Difficile per me recensire quest'album tanto atteso, difficile perchè le sensazioni che mi trasmette sono alternate, almeno dopo una manciata di ascolti, difficile perchè 'start something' era stato per me uno dei migliori album del 2004, forse proprio il migliore, prodotto impeccabilmente, canzoni che erano tutte hits con le palle quadrate, ora si riparte nel 2006 con una formazione maturata sicuramente, dal successo, dall'abbandono del batterista originario, sostituito in quest'opera dal sempre presente turnista Josh Freese, dalla collaborazione con un mostro sacro della produzione che è quel Bob Rock fautore del successo commerciale dei Metallica anni 90. L'album si apre con un brano scoppiettante e dinamico che si regge come dovuto da un ritornello penetra cervelli, sin da questo primo brano ci si accorge subito di due cose basilari, il lavoro in sede di produzione sarà l'ago che farà pendere la bilancia a favore o sfavore della band, il basso è molto presente, molto caldo, le chitarre invece ricamano come al solito ma seguono dinamiche differenti questa volta e il sound è meno roccioso rispetto al passato, scambiando opinioni con altri fans si è tutti concordi sul fatto che ora nel sound della band c'è ben presente una scheggia emo core, ma è tutto molto in bilico, che genere faccia questa band nel 2006 forse è difficile da stabilire. Il secondo brano non convince appieno perchè ha poco mordente anche se suonata bene mentre 'the new transmission' ricorda qualcosa di più arioso con linee vocali incisive e 'divertite'. uno dei migliori brani è senza dubbio il singolone 'rooftops', vero hit single in stile LP, anche qui i fans più affezionati si accorgeranno che comunque siamo ben lontani dagli inizi di 'the fake sound of progress' dove l'assalto sonoro era urgenza compositiva e la musica veniva veicolata per stordire, qui siamo di fronte ad un brano composto per accarezzare il cuore e di ciò và sicuramente merito a Rock il quale dona la giusta dimensione ad ogni strumento, ripeto, il basso ritaglia uno spazio di tutto rispetto in questo schema. Azzardo un commento, ma secondo me quest'album suona molto anni 80, nel senso della voglia di produrre un album caldo con suoni provenienti più dall'hard rock americano anni 80 piuttosto che dal new metal primi 2000. Venderà questo album? I soldi spesi per un produttore da 'nome' saranno serviti alla carriera della band? Oppure sarà un mezzo passo falso per chi ha deciso di puntare parecchio sui Lost Prophets? Chissenefrega! Ascolto dopo ascolto 'Liberation Transmission' mi cresce dentro, 'start something' mi conquistò con la sua fila di hit singles, 'the fake sound of progress' mi colpì per l'irruenza e l'energia, 'liberation transmission' mi fà schiacciare a ripetizione il tasto play per scoprire nuove curve, nuove melodie, nuove dinamiche delle songs, un applauso particolare al perno della band, il cantante Ian, vero interprete dello stile LP. 'Everybody's screaming' sarà sicuramente un singolone 'atipico' per il nuovo cammino della giovane band mentre su 'always all ways' migliaia di cuori si spezzeranno in un tumulto di malinconia giovanile, lacrime solcheranno giovani visi e rimarrà nelle teste di ogni possessore di 'liberation transmission'. Per il sottoscritto un ennesimo centro.
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