Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LET US PRAY
  2. FADE
  3. SET ME FREE
  4. GIVE ME A SIGN
  5. HIGHWAY TO RAPPONGI
  6. OVER MY HEAD
  7. THE ONE THAT GOT AWAY
  8. FALLING DOWN
  9. SLIPPING AWAY
  10. ONE MORE LIE
  11. BETTER BELIEVE
  12. PUERTO AMOR

Line up

  • John West: vocals, lead guitar
  • Kevin Hampton: guitars
  • Lonnie Park: keyboards, percussion, bass
  • Chris Caffery: guitars
  • Jeff Plate: drums

Voto medio utenti

Dopo André Andersen, il cui disco è stato recensito poco fa, tocca ad un altro membro dei Royal Hunt, il talentuoso singer John West, realizzare il proprio lavoro solista. Nativo di New York, ma di chiare origini pellerossa, il buon John non è certo un novellino, considerando che “Long time no sing” è il suo quarto lavoro a firma personale. Un lavoro che, è bene chiarirlo subito, ci dà conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di un fatto quanto mai banale (e di cui possiamo anche discutere, ci mancherebbe altro!): nei Royal Hunt West è completamente fuori posto. Troppo meccanica, troppo fredda la sua voce sulle trame pomp e progressive ricamate da Andersen, trame che ha arricchito con linee vocali di grande fattura ma eccessivamente monocorde.
Incredibile dunque la sua mutazione su queste dieci (due sono strumentali) splendide tracce, in cui l’americano, libero da qualsivoglia stilema prefissato, lascia libera la sua ugola di inseguire le emozioni da lui stesso evocate, e ci accompagna in un viaggio breve ma intenso, su sentieri lontani da ogni definizione di genere, e che non mancheranno di colpire al cuore ogni amante della musica, quella sincera e senza confini.
C’è poco o niente metal in questo “Long time no sing” (il gioco di parole non è proprio il massimo della vita ma glielo perdoniamo…): blues, hard rock e aor si fondono in un insieme omogeneo, in cui lo spettro degli anni ’70 fa spesso capolino compiacente, e in cui West sembra davvero impegnato a inseguire il viale dei ricordi, tanto intime e personali suonano le tracce da lui composte.
Semplici e diretti gli arrangiamenti, è la sua voce l’assoluta protagonista: sia sui pezzi più rockeggianti quali “Set me free”, “Give me a sign” o “The one that got away”, sia sugli episodi più soffusi, come la vagamente jazzata “Higway to Rappongi”, o le due bellissime ballad “Better believe” e “Slipping away”, il nostro ci regala performance di raro lirismo e intensità. A questi livelli non aveva mai cantato, nemmeno sui suoi precedenti lavori solisti.
Molti potranno avvicinarsi a questo prodotto per il curriculum di West, oppure perché vi fanno capolino due illustri nomi quali Jeff Plate e Chris Caffery (per i quali la battuta che dà il titolo al disco sarebbe più che appropriata!), ma sarebbero comunque fuori strada: comprate “Long time no sing” solo se avete voglia di ascoltare canzoni belle e suonate col cuore, i Royal Hunt possono aspettare, lasciamo pure che John West parli per se stesso…
Recensione a cura di Luca Franceschini

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