Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:51 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. IT'S YOU
  2. CRACK OF DAWN
  3. SOMEDAY
  4. EMPTY SOUL
  5. HELLO
  6. MAGIC TRAIN
  7. MONKEY BRAIN
  8. SWEET LADY JANE
  9. SEVEN DAYS
  10. CASTLE
  11. LEAVING YOU
  12. WHO AM I

Line up

  • Louis D'Augusta: vocals
  • Gene D'Itria: guitars
  • Joey "Vee" Vadala: drums
  • Lou Spagnola: bass

Voto medio utenti

Un passato “glorioso” negli anni ottanta, poi lo scioglimento e in seguito il rientro sulle scene … una “storia” non troppo “originale” che sta consentendo, comunque, alle generazioni più giovani di riscoprire eccellenti realtà musicali, affidate all’oblio spesso non solo per specifici demeriti propri.
Sempre con maggiore frequenza, quindi, si parla di “gradito ritorno”, una legge alla quale non sfuggono nemmeno gli statunitensi Mass, prima “fieri” contendenti degli Stryper per il trono del cosiddetto “christian metal” (una classificazione nella quale, a quanto sembra, non si sono mai riconosciuti!) e poi “raccomandati speciali” dello stesso Michael Sweet, il quale ha avuto un ruolo piuttosto importante nella parabola artistica dei nostri bostoniani.
Ed eccolo “Crack of dawn”, il primo parto effettivo dei “nuovi” Mass, che ce li riconsegna per tre quarti nella formazione originale (Lou Spagnola sostituisce il membro fondatore Kevin Varrio) e, quel che più conta, in smaglianti condizioni di forma, capaci di realizzare un prodotto davvero valido ed appagante, in grado di monopolizzare i miei ascolti già da parecchio tempo a questa parte.
Non c’è, almeno per quanto mi comunica il mio apparato uditivo, nessun eccesso di “autocompiacimento nostalgico” tra questi solchi, per un lavoro che pur rimanendo legato ad una certa forma musicale piuttosto “nota”, cerca di variare le sue trame interpretative, arrivando addirittura a sfoggiare qualche sporadica citazione di moderno “radio-rock” (o post-grunge, se preferite).
Si tratta di fugaci bagliori (prendete, ad esempio, taluni sviluppi armonici di “It’s you” e “Someday”), i quali, però, mescolati con un pizzico di class metal, un’imponente retaggio seventies (con i Led Zeppelin nel cuore e nei muscoli) e un similmente significativo approccio street-rock (pensate alla “fisicità” e al calore dei campioni del settore L.A. Guns e non sarete troppo lontani dalla verità), rendono la “riscoperta” di casa Escape un soggetto artistico di considerevole spessore compositivo, multiforme (ma immagino che qualcuno non lo riterrà un pregio) e preparato, attrezzato e pronto per affrontare l’impegnativa sfida del congestionato mercato discografico attuale.
Sinceramente non saprei indicare quale, tra i dodici numeri che compongono “l’opera”, non meriti una menzione d’onore: di certo la guadagnano “It’s you”, istantanea e contagiosa, la title-track, “Magic train”, “Monkey brain”, “Sweet lady Jane” e “Seven days”, una cinquina “milionaria” di vibrante hard blues stradaiolo ad incredibile “presa rapida”, la splendida “Empty soul”, che mesce carica sleaze e una melodia memorabile, e altrettanto fanno “Hello”, dalle gradevoli atmosfere rootsy, “Castle” e la poderosa “Leaving you”, praticamente irresistibili per intensità e adescante capacità espressiva e ancora la traente “Who am I”, con il suo tocco vagamente “attualizzato”.
Forse solo la semi-ballad dalle velleità mainstream “Someday” può essere catalogata sotto la voce “aurea mediocrità”, conservando, in ogni caso, come dimostra tale “qualifica”, una valutazione più che dignitosa.
Dal punto di vista strettamente esecutivo tengo a segnalare la bravura di Louis D’Augusta, un singer dotato di corde vocali “plasmabili” e generose, che gli concedono una prestazione ricca di feeling e stabilmente focalizzata.
Come ormai si sarà facilmente intuito, ritengo “Crack of dawn” un ottimo album, che potrà riservare delle buonissime sensazioni sia ai fans “storici” della band, sia a chi ne aveva, finora, solamente sentito parlare dai “nostalgici” degli eighties … tutti insieme, dopo averlo ascoltato, non credo potranno esimersi dall’esprimere un ormai consueto ma ugualmente necessario “bentornati”, rivolto ai suoi (ancora) brillanti autori.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.