I britannici
Cybernetic Witch Cult sono un prodotto dell'underground heavy psych-rock, con tre album alle spalle ed il presente quarto lavoro disponibile per il momento solo in formato digitale. Una ottima band, magmatica e stordente al punto giusto, con un sound che amalgama componenti stoner, acide, doom, sludge, settantiane, in lunghi percorsi dilatati e massicci dal fortissimo potenziale ipnotico.
Che il trio di Cornwall abbia ascoltato fino allo sfinimento gli Sleep di "Jerusalem" e gli Electric Wizard di "Supernaut" è di una evidenza lapalissiana. Sufficiente ascoltare i dieci minuti di "
The cetacean" per immergersi in un trip più Sleep-iano degli stessi Sleep. Riff tossico e cavernoso, andamento mesmerico e sferragliante, pesanti spirali elettriche che simulano la piacevole ossessione delle droghe psicotrope. Rispetto alle opere precedenti, permane l'ambientazione sci-fi caratteristica del gruppo: "
Hypercomputer" è una versione musicale di Matrix e della realtà illusoria generata dalle intelligenze artificiali, mentre la poderosa e ultra-stoner
"Spice" è ispirata alla saga caposaldo della fantascienza "Dune". Meno evidenti i richiami alla psichedelia-prog settantiana, in precedenza più sfruttati, anche se il tiro urgente ed impulsivo di "
Cromagnonaut" esprime compiutamente lo spirito raw-rock di quell'epoca insuperabile. Brano turgido e saturo come raramente negli ultimi tempi mi è capitato di ascoltare.
Disco eccellente. Cosmico e carnale, roccioso e delirante, energetico e lisergico. Peccato non sia ancora disponibile la versione fisica, per i cultori dell'oggetto come il sottoscritto. Ma in qualsiasi versione sia disponibile, lo consiglio caldamente a tutti gli amanti dell'heavy più stordente e psichedelico.
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