Continua a mutar pelle la creatura del chitarrista Gus G, con l'inserimento di un nuovo batterista, Mark Cross (Winters Bane, ex Metalium ed Helloween), e sopratutto con quello di Apollo Papathanasio a sostituire Chity Somapala, che aveva cantato sul precedente "Forged by Fire". Personalmente continuo a ritenere Stephen Fredrick (singer sui primi due dischi del gruppo ("Between Heaven and Hell" e "Burning Earth") il migliore dei tre, ad ogni modo Apollo Papathanasio si rende non solo autore di una buona prestazione, superiore a quanto avevano lasciato supporre le sue precedenti esperienze nei Time Requiem e nei Majestic, ma sopratutto con un maggior feeling con la proposta musicale dei
Firewind rispetto a Somapala.
Stesso discorso per i Firewind, che con "Forged By Fire" avevano iniziato ad accentuare le influenze Hard Rock, mentre qui, senza stravolgere alcunché, oltre ad accelerare i ritmi mettono in evidenza una maggior cura e complessità compositiva, soluzioni che permettono a Gus una maggiore esposizione personale, anche se poi monopolizza la strumentale "Before The Storm".
Partenza veloce con l'up tempo "Allegiance", e poi già le successive "Insanity" e "Falling to Pieces" abbracciano parecchie delle caratteristiche dei "nuovi" Firewind. La componente melodica, ha comunque il suo predominio sulla power ballad "Deliverance" (che ricorda apertamente i Whitesnake) e su una "Where Do We Go from Here?" dalle tendenze Melodic Rock. Resto del parere che i Firewind rendano maggiormente in altri contesti musicali, ad ogni modo gli riesce decisamente meglio "Breaking The Silence" dove Apollo duetta con la cantante svedese Tara, un pezzo moderno, dinamico, ammiccante ma ben poco lezioso e sulla ritmata e cangiante "The Essence", tra i pezzi più riusciti del disco.
I ritmi si fanno più caldi con la coinvolgente "Ready to Strike", brano da vecchi rockers (diciamo nuovamente Whitesnake), con la spedita "Dreamchaser" e con la powereggiante "Till the End of Time" (invero piuttosto banale).
In sintesi "Allegiance" è un ottimo album che vede i Firewind nuovamente in carreggiata ed in piena corsa, spero con una line up finalmente stabile e duratura.
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