"Non c'è bene senza male
Non c'è amore senza odio
Non c'è innocenza senza peccato"Per i lettori più giovani queste parole avranno poco significato ma i miei coetanei (i ragazzi "vintage") ricorderanno sicuramente che erano la tagline del film "
Legend" (pellicola di culto non fosse altro che per Tenebra, uno dei villain che più mi ha spaventato da ragazzino, splendidamente interpretato da Tim Curry) di Ridley Scott.
La natura duplice di ogni cosa non è certamente una novità nè una scoperta recente pertanto, per tornare a noi, non mi sorprende che un artista sensibile come
Willow Vale (l'uomo che si cela dietro il progetto
Unreqvited) ne abbia fatto uso per la sua musica.
A due anni dall'ultimo "
Mosaic I - L'amour et l'ardeur" il musicista canadese pubblica sotto
Avantgarde Music il seguito dal titolo "
Mosaic II - La Déteste Et La Détresse", album che in un certo senso completa il percorso iniziato.
I 2 dischi sono stati scritti in tandem nel 2018 ma, mentre nel primo vi era tutta la gioia, l'euforia e l'amore provato durante l'anno, in questo "
Mosaic II" trovano sfogo le ire, gli stati d'ansia e la disperazione che inevitabilmente si sono alternati nel medesimo periodo.
Questo ribaltamento di sentimenti è già ben evidente osservando con attenzione l'artwork del disco, cromaticamente speculare al precedente, in cui solo il cielo risulta colorato mentre l'uomo ed il resto del paesaggio sono neri; ed ovviamente dal titolo "
l'odio e l'angoscia" contrapposti all'amore di cui musica e liriche era impregnato l'album di due anni fa.
Musicalmente la direzione di
Unreqvited non cambia e prosegue le sperimentazioni iniziate dopo "
Stars Wept To The Sea" in cui gli elementi black delle origini (scream vocals, chitarre ronzanti e blast beat) appaiono sporadicamente - la prima parte di "
Wasteland" o il break centrale dell'opener "
Nightfall"- affiancati da lunghe parti acustiche, da tappeti di synth, da cori ed orchestrazioni dal sapore ambient ("
Pale" o "
Disorder").
Sperimentazioni che si spingono al massimo durante il trittico conclusivo "
Transience I-II-III", cupo ed oscuro nel suo incedere a metà tra atmosfere cybernetiche e tastiere che sembrano provenire dagli spazi profondi.
"
Mosaic II" è sicuramente il lavoro più coraggioso e tetro di
Willow Vale ma che, in comune con gli altri, ha l'obiettivo di grattare la superficie ed arrivare in profondità di chi ascolta, fregandosene altamente delle etichette circa la musica che propone.
Chi cerca dischi da ascoltare mentre si rade ne stia pure alla larga, agli altri invece auguro buon ascolto.
Unreqvited - "
Wasteland"
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