Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:29 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. FREEDOM IS NOT NEGOTIABLE (SYMPHONIC VERSION)
  2. TOGETHER WE MARCH (SYMPHONIC VERSION)
  3. GRAVEWALKER (SYMPHONIC VERSION)
  4. LAST STAND (SYMPHONIC VERSION)
  5. RIDE TO WAR (SYMPHONIC VERSION)
  6. NOSTOS (FOLK VERSION)
  7. ÉLAN (NIGHTWISH COVER)

Line up

  • George Thanasoglou: guitars
  • Noel Kardaris: drums
  • Michael Batistatos: guitars (lead), bass
  • Kirk Gazouleas: keyboards
  • Daniel Vasconcelos: vocals

Voto medio utenti

Eccoci qui con il nuovo lavoro dei greci ORION’S REIGN con il loro nuovo EP "Symphony of War", che altro non è che la versione sinfonica - appunto - del disco dello scorso anno intitolato "Scores of War".

Già dal primo ascolto ci troviamo catapultati in un musicalità da colonna sonora, atmosfere in stile “Il Signore degli anelli” con grandi strutture orchestrali ben arrangiate e definite.
L’album parte alla grande con un’ottima performance vocale, circondata da soluzioni ritmiche in pieno stile epico.
Le prime cinque tracce dell’album sono un continuo crescendo in stile epic, brani in cui si evidenzia una sapiente gestione armonica e strutturale dei pezzi, sempre in chiave moderna, mai scontata.

Nella sesta traccia "Nostos" ci ritroviamo in un contesto folk medioevale che personalmente non ho apprezzato.
Il rimando stilistico alle danze di corte è forzato ed eccessivamente gioioso per un’atmosfera cosi sinfonica e battagliera.

L’album chiude in bellezza con una cover dei Nightwish, dove finalmente si possono ascoltare anche le chitarre.
La cover riesce davvero bene, con soli di chitarra molto tecnici e ben eseguiti, supportati da una grande performance vocale e da una struttura ben arrangiata.
Il mio disappunto riguardo questo Ep deriva principalmente dal vuoto evidente dato dalla mancanza generale delle chitarre, che si contrappone ad una piacevolezza d’ascolto fornita dalle orchestrazioni di eco cinematografico.

E’ dunque questa imperdonabile assenza di chitarre ad appiattire il tutto, rendendo l’album decisamente monotono.
La mancanza di palm muting e scale veloci all’unisono, con tastiere supersoniche, si sente molto, nonostante vi sia cura dei dettagli sonori.

Personalmente avrei optato per una scelta più metal e meno di stampo cinematografico, avendo a loro disposizione una voce che si presta molto al genere ma d'altronde è la natura stessa dell'uscita che si prefigge questo risultato, con risultati non pienamente centrati.
Utilizzando delle soluzioni piu aggressive la band avrebbe potuto coinvolgere una fascia piu ampia di appassionati del genere, mentre non si è tenuto conto del periodo storico musicale che viviamo.

Un momento musicale in cui la fa' da padrone il tecnicismo, unito a chitarre dal suono denso e potente ed a una predominanza nell’uso di riff raffinati ed estremi che danno una connotazione riconoscibile al tutto.
Recensione a cura di Francesco Corapi

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