I presupposti non erano dei più felici … ricordavo
Tommy DeCarlo come “connivente” all’inesorabile declino discografico dei Boston (“
Life, love & hope” non è migliorato neanche con il passare del tempo …) e la notizia che la sua
band era pronta al debutto per la prestigiosa
Frontiers Music mi aveva francamente lasciato abbastanza “freddino”.
Alla luce dei fatti, “
Lightning strikes twice” è invece un albo tutt’altro che trascurabile, soffre probabilmente di un pizzico di eccessiva prevedibilità di fondo, ma è in grado di offrire comunque una manciata di ottime canzoni, in sostanza votate al versante più
soft del
rock melodico e tuttavia sufficientemente varie e dinamiche da non scivolare nel baratro della monotonia.
Le evoluzioni vocali di
DeCarlo Senior (del gruppo fa parte anche il figlio omonimo del cantante), morbide e soffuse, forgiate sull’inestimabile ugola del mitico
Brad Delp, contribuiscono all'efficacia di un programma avvolgente e satinato, che in realtà esordisce in maniera non particolarmente incisiva, con la bucolica atmosfera elettro-acustica di “
A better day”, solo gradevole e poco caratterizzata.
Andiamo certamente meglio con la suggestiva ampiezza armonica concessa a “
You are the fire” e con il fascinoso clima notturno di “
Give love a try”, mentre il "tiro” da arena della
title-track dell’opera (introdotta dal breve strumentale "
Into the storm”) finisce nuovamente per piacere senza esaltare.
La fuga nella dimensione del romanticismo denominata “
Still in love” riprende a emozionare “sul serio” e se le vibrazioni di “
Rock n’ soul” solcano con qualità solidi sentieri Boulevard / Foreigner-
eschi, "
There she goes” conquista con una contagiosa melodia vaporosa e “
Stand up (Play ball)” ottiene buoni risultati emotivi grazie a un
refrain a “presa rapida” e all’irresistibile capacità d’attrazione del “vecchio”
rock n’ roll.
Ancora una ballata, “
The one”, stavolta solo discreta, funge da preludio agli ultimi due frammenti sonici della raccolta, e cioè la grintosa e adescante “
Gotta go” e una “
I think I fell in love with you” che riesce nel difficile intento di emulare con innata sensibilità il leggendario suono dei Boston, fatalmente da considerare il principale riferimento espressivo dei
DeCarlo.
Per tutte le succitate ragioni, qualora il vostro
cuoricino frema ancora per gli autori dell’immortale “
More than a feeling” e allo stesso tempo subisca sussulti importanti ogniqualvolta Foreigner, Bad English e REO Speedwagon forniscono saggi della loro celebre arte, il mio suggerimento è di concedere un’occasione d’ascolto anche a “
Lightning strikes twice”, un disco che saprà gratificarvi e regalarvi un bel po’ di confortevoli sensazioni.
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