Quando parliamo di New-Prog non possiamo non pensare agli inglesi
Pendragon che da 35 anni ormai tirano fuori dischi di qualità elevatissima. Certo non sono mostri di Marketing e/o Comunicazione ma forse proprio per questo sono rimasti in qualche modo “incontaminati” dal vil denaro o come lo definiscono i politici
lo sterco del demonio (non farò altra regressione anche se ci starebbe bene eccome) suonando col cuore e per pura passione, proprio come due dei loro dischi “Pure” e “Passion” … vabbè sarà un semplice caso. Anche la formazione è in linea di massima sempre la stessa, tranne per il batterista Fudge Smith che lasciò la band nel 2005 (anno di svolta e cambiamenti), e da quel momento dietro le pelli si sono susseguiti più interpreti sino ad oggi, ma senza mai influire sulla resa e sul risultato finale. Insomma i 4 “pischelli” ci sanno fare, la loro proposta è un Progressive alla IQ o Marillion molto raffinato e ricercato sia negli intrecci musicali che nelle soluzioni vocali dell’ottimo
Barrett.
"
Men Who Climb Mountains" prosegue il nuovo filone di cambiamento, come accennato prima (si nota già dalle copertine degli album da "Believe" in poi) in cui i
Pendragon scuriscono un po’ le loro composizioni le induriscono spingendo sul boost e sul gain del distorsore e si affidano a ritmi ossessivi e possenti quando vogliono spingere sull’acceleratore. Il disco scorre in modo sublime, senza mai annoiare e senza mai quella sensazione di deja-vù pericolosa alla Matrix (anche voi avete visto passare lo stesso gatto 2 volte ?). Troviamo anche momenti più intimi e melodiosi come nella quasi spensierata "
Face of light" dove un tappeto di tastiere ed una chitarra Gilmuriana (si potrà dire ??) ci fanno rilassare e godere un ottimo sigaro davanti al camino di casa. In antitesi alla luce c’è la seguente "
Face of Darkness" dove tutto è più cupo che mai e lo stesso
Barrett incattivisce anche l’ugola oltre che la chitarra, ma che nonostante i toni ci lascia un messaggio di speranza e di vita. Geniali !
Insomma alla fine della giostra dopo un’ora abbondante non potete non rimanere colpiti da questo disco denso e appagante e se come me aspettate da 6 anni il nuovo lavoro dei
Pendragon non vi rimane altro che scalare la montagna a mani nude sapendo che alla fine la ricompensa sarà grande.
Dalla vetta d’altronde tutto il resto è in basso !
“Listen to the silence howling in your head
A stark reminder you're alone
Feel the wind cut through your paper thin skin
Maybe it's the night that takes you all and takes you”
Ps. Piccola curiosità . Il grande
Clive Nolan è in pianta stabile alle tastiere anche negli Arena sin dalla loro Nascita, tutto ciò senza mai creare dualismi o ridondanze. Applauso.
A cura di Edoardo "Amen" Turati
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