Il progetto
RavenWord, nato nel lontano 2007 dalla mente del tastierista e compositore
Davide Scuteri, ma resuscitato solamente nel 2016 con il completamento della line up che vede
Chiara Tricarico (già negli ottimi
Moonlight Haze e
Sound Storm) al microfono,
Cesare Ferrari alla chitarra e al basso, e
Michele Olmi (
Chronosfear,
SkeleToon) dietro le pelli, arriva nel 2020 alla realizzazione del primo disco,
Trascendence.
Siamo di fronte a un bel prodotto, assolutemente professionale a partire dalla registrazione, dal packaging e della qualità della proposta, ovvero un metal sinfonico dalle tinte goticheggianti, ispirate, come confermato dalla band, dalle opere di Edgar Allan Poe.
Già dalle prime note dell'opener
Blue Rose risulta ben riuscita la commistione tra la parte sinfonica e la parte più goticheggiante, con ottime melodie ed atmosfere romantiche, ma decadenti.
All'interno dei 72 minuti del disco (forse un pochino troppo prolisso), si trovano vere e proprie gemme, come la powereggiante
No More, impreziosita dalla favolosa ugola della
Tricarico, che si dimostra a suo agio su diversi registri vocali, e da riusciti intrecci solistici di chitarra e tastiera, o la potente e ragionata
Rain of Stars. Le influenze principali dal punto di vista musicale non possono che essere i
Nightwish, ma anche i
Sonata Arctica (fino ad Unia), fanno capolino più di una volta lungo le note del disco.
Ci sono alcuni momenti un po' di stanca, specialmente nella parte centrale del disco, che vengono però recuperati alla
grande nella seconda parte del disco, dove troviamo pezzi più articolati, come la riuscitissima
Dylan, caratterizzata da ottimi cambi di tempo, molto teatrale nell'interpretazione di Chiara, che si dimostra la vera e propria marcia in più della band.
In definitiva l'opera prima dei RavenWord è un debutto molto riuscito grazie alla commistione tra poesia, musica, ed atmosfere decadenti. Un album consigliato a tutti gli amanti del genere.
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