Attivi da pochi anni, i britannici
Broodmother (di Worcester) pubblicano il loro primo full-lenght dopo un Ep d'esordio datato 2017. "
Sin, myth, power" è un solido episodio di stoner metal sul genere di Orange Goblin, Sahg, Down, Thulsa Doom, ecc., costituito da ritmiche pesanti e rallentate, spessi riff sabbathiani e buone melodie vocali, atmosfere paludose e molto americane. Ogni tanto emerge qualche lieve vibrazione acida, come nella seconda parte della massiccia e turgida "
Ares", dove dopo il groove torvo e fangoso si apre uno spazio più arioso, southern-rock, segnato da un limpido assolo e vocals intense. Ma l'attitudine prevalente della formazione inglese è quella muscolare e bellicosa, vedi le battenti ed energetiche "
Natural born sinner", "
Being me" e "
Feedback", dove il tiro da headbangin' stoner è saltuariamente interrotto da qualche momento heavy-doom allo scopo di garantire un pò di varietà ai brani. "
Space wizard" è una traccia piena di aggressività Goblin-iana, spedita e tirata come un proiettile, mentre "
Cosmic pyramid" è il brano più vicino al dogma sabbathiano e ad una forma di heavy-rock oscuro e ritmato che mi ricorda parecchio gli Orchid. Infine, la lunga "
End of days", che si avvale alla voce dell'ospite
Paul Catten (Medulla Nocte, Murder One), è propriamente un episodio doom dalle cadenze grevi e drammatiche, un pò nella linea dei Candlemass di qualche anno fa.
Buona prova, soprattutto per quanto riguarda le linee vocali incisive e la compattezza strumentale. Non siamo ancora al top, ma la strada è promettente. Una band da seguire per gli amanti dell'heavy rock/stoner più massiccio e corposo.
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