Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:51 min.
Etichetta:No Remorse Records

Tracklist

  1. SHALLOW WATERS
  2. PARIAH
  3. DISTRUST
  4. RIVERS RUN BLACK
  5. THE FLAGELLANTS
  6. THE MESSENGER
  7. THE EMPIRIC
  8. 1349
  9. BLOOD MOON

Line up

  • Stefan Berglund: vocals, backing vocals
  • Tom Björn: drums, piano, backing vocals
  • Simon Johansson: guitar
  • Johan Wängdahl: bass, backing vocals
  • Andreas Mäkelä: guitars, backing vocals

Voto medio utenti

Allora … vediamo un po’ … sezione ritmica greve e cupa, riffone pernicioso, cantato solenne, stacco, coro, magari una digressione acustica, altro coro, dissolvenza finale.
Detto così, sembra quasi facile costruire una “perfetta” canzone epic-power-doom, ma sappiamo bene che non è sufficiente assemblare gli ingredienti fondamentali di una ricetta sonora ampiamente consolidata per ottenere risultati edificanti.
Tra i tanti allievi di Black Sabbath, Rainbow e Judas Priest, gli svedesi si sono sempre distinti per la capacità di intridere di pathos tangibile le loro composizioni, a partire dai favolosi Candlemass e poi passando per “gente” come Tad Morose, Veni Domine, Grand Magus e Sorcerer.
All’elenco di tali efficaci e ispirati epigoni è senz’altro necessario aggiungere il nome dei Memory Garden, in “giro” dal 1992 e tornati a diffondere la loro drammatica miscela sonica a distanza di otto anni dal precedente "Doomain".
Ebbene, “1349”, concept album suscitato dal flagello pandemico della Peste Nera, dimostra ancora una volta l’abilità di questa band nell’impossessarsi di un canovaccio espressivo ad alto rischio di “monotonia” e renderlo intenso e coinvolgente, realmente “evocativo”, un aggettivo troppo spesso utilizzato con esagerata leggerezza.
Ovviamente, cercare l’innovazione e le stimmate della creatività tout court in tali contesti appare assolutamente utopico, ma è sufficiente immergersi nel clima tirannico e trionfale di “Shallow waters” per comprendere quanto queste sonorità, nelle “mani giuste,” siano ancora in grado di conquistare l’astante appassionato.
Da qui in avanti, una serie di avvincenti evocazioni musicali dai toni plumbei, tragici e sinistri, melodicamente ammalianti e mai eccessivamente banali, che nel salmo folkish-doom "Rivers run black”, nella cangiante “The flagellants” e nell’ancestrale “The messenger”, confermano quanto si possa ancora sfuggire lo stereotipo deleterio, nonostante il rigore dei temi proposti.
Segnalazione “speciale” infine per l’eccellente “The empiric” (ospite il vocalist dei Wolf Niklas Stålvind), una title-track davvero suggestiva e la maliosa melodia concessa alla conclusiva “Blood moon”, sigillo in sontuosa ceralacca di un programma dall’elevato valore qualitativo complessivo.
I Memory Garden ostentano con fierezza l’appartenenza alla scena di riferimento (Candlemass in primis, ma lasciatemi dire che “1349” è meglio, per esempio, di quel "Chapter VI" definito un “classico sottovalutato” nella scheda di presentazione dell’opera ...) e grazie alla spiccata maturità espressiva non c’è dubbio che si collochino di diritto tra i migliori interpreti del genere.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 dic 2021 alle 12:13

Devo approfondire. Ad un primo passaggio sono rimasto un pochino meh, vediamo nei prossimi come evolve. p.s. Chapter VI però è bellissimo😊

Inserito il 23 dic 2021 alle 23:29

disco davvero bello!!

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