Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:non disponibile
Etichetta:Season Of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CRUSADE (INTRO)
  2. MITHRAS
  3. THERMOPYLAE
  4. RUBICON
  5. INVICTUS
  6. YPRES
  7. GALILEAN
  8. CHERUSCAN
  9. BRABANTIA

Line up

  • Gunther Theys: vocals
  • Erik Sprooten: guitars
  • Bart Vandereycken: guitars
  • Raf: guitars
  • Domingo Smets: bass
  • Davy Wouters: keyboards
  • Walter Van Cortenberg: drums

Voto medio utenti

Dopo ben 5 anni dall'uscita di "Dim Carcosa", i belgi Ancient Rites fanno ritorno e ri stabiliscono il loro status di cult band, icona del black/death metal più epico e vario. Come sempre non è facile descrivere la loro musica, che spazia da sfuriate black (ma sempre "pulite"), a sferzate death, stacchi thrash, cavalcate power e pezzi puramente atmosferici e orchestrali. Si parte con un intro orientaleggiante che viene ripreso in pieno dal riff di "Templar", song veloce ed eccezionale, dove la fanno da padrone le tastiere e le accelerate black - come termine di paragone una song molto vicina ai Bal-Sagoth. Si prosegue con Mithras, più epica, ma sempre impostata su tempi veloci, con degli ottmi riff di chitarra e una bellissima sezione centrale. Inizia col piano Thermopylae e prosegue con accelerate di doppia cassa, un bellissimo ritornello di piano/voce pulita e il particolare e riuscitissimo apporto di un'energica voce femminile. Sempre tra storia e mito anche "Rvbicon", song dall'inizio marcatamente black, con una bella strofa in botta e risposta e un bridge fatto da intrecci di lead di chitarra. Epica anche "Invictus" che non rinuncia alla matrice più estrema ma spinge molto sulla melodia e sui lead di chitarra, riusciti e di facile presa. "Ypres" è probabilmente una delle migliori songs del lotto, dove melodie sognanti ci portano nel mondo concepito dagli Ancient Rites, tra battaglia e sogno…veramente valida. "Galiliean" è invece molto classica, tra lead di chitarra vagamente folk e accelerate epiche. Fa ancora capolino la voce femminile su "Cheruscan" che ricordiamo per i riff black e la bellissima sezione centrale, fatta di lead di chitarra vicini ai Blind Guardian più "fantasy". A chiudere "Barbantia", epica e folkeggiante dove il singer, ancora una volta, alterna diversi modi di cantare, tra il teatrale e il sospirato, il growling e il pulito. Altra parte centrale da brividi, con un lead stupendo e medievaleggiante. Insomma per tutti gli amanti della band e di questo tipo di sonorità consiglio caldamente l'ascolto di "Rvbicon", valido dalla prima all'ultima nota.
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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