È inutile, quando c’è la classe il tempo sembra fermarsi.
Poco importa che sia passato quasi un decennio dall’ultima fatica in studio dei
Cianide, basta premere il tasto play del lettore e
“Unhumanized” riannoda agilmente i fili di un passato che si trasforma in presente nel nome del sempreverde death-doom.
Sebbene cinque canzoni per il sottoscritto sian troppo poche – quasi un antipasto mi vien da dire – il senso di putredine malsana creato dalla band di Chicago coinvolge l’ascoltatore (o avvolge) con un groove ricco e ronzante, a tratti, caustico come la soda.
C’è tanto mestiere in questo
“Unhumanized”, e non potrebbe esser altrimenti mi vien da dire, ma il terzetto dell’Illinois evita con intelligenza di gigioneggiare e sbrodolarsi addosso (la prova dietro al microfono di
Mike Perun è da manuale del genere, da studiare e ripassare più volte), conducendoci per mano fra le distorsioni sonore dei cinque brani che compongono il cd.
Se li conoscete già, il mio invito a far vostro questo disco è inutile, se invece fate parte di coloro che non li conoscono, non perdete l’occasione di farvi rapire dalle sonorità di chi ha dedicato tutta la propria carriera all’immortale death-doom .
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