Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:49 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. IGNE DEFENDIT
  2. GHOST OF A DREAM
  3. NO WORDS EXCHANGED
  4. EVERY CREST
  5. UNMAPPED DARKNESS
  6. SUCCUMB
  7. DROWNER OF WORLDS
  8. SILVERY MOON
  9. BURY YOU
  10. FEARLESS
  11. WITH LOVE FROM THE OTHER SIDE
  12. THE TROUBLE WITH ETERNAL LIFE
  13. EMERALD SEAS OVERTURE

Line up

  • Adrienne Cowan: Vocals, Keyboards
  • Jack Kosto: guitars
  • Peter Albert de Reyna Bass
  • Chris Dovas Drums

Voto medio utenti

La copertina di "Emerald Seas" è in stile manga e a prima vista un po' troppo ingenua, detto questo praticamente finiscono i possibili appunti da rivolgere ai Seven Spires.

La formazione statunitense, infatti, nel seguito che dà a "Solveig", esordio sulla lunga distanza uscito nel 2017, mantiene le stesse coordinate del recente passato, già a partire dalla collaborazione con due certezze come Sasha Paeth e Miro Rodenberg che hanno nuovamente mixato e masterizzato l'album in Germania, dando vita a suoni nitidi, potenti e magari in alcuni frangenti un po' troppo sintetici, ma ottimamente bilanciati dalla convincente prestazione del gruppo, e in particolare di Adrienne Cowan, davvero meritoria di applausi a scena aperta.
Cowan, peraltro uno dei membri fondatori dei Seven Spires assieme al chitarrista Jack Kosto, durante gli studi alla Berklee College of Music in Boston, è dinamica ed agile nel passare con disinvoltura da delle clean vocals suadenti e malinconiche ad uno screaming di Dani Filth...iana memoria sino al growl di chiara affiliazione Death Metal. Dolce, ferale e feroce allo stesso tempo quindi, una estrema varietà che ritroviamo anche nelle singole canzoni (e una buon dimostrazione lo danno tanto "Every Crest" quanto "Drowner of Worlds"), che poi tanto singole non sono in quanto fluiscono da una all'altra in un nuovo concept che è il prequel di quello affrontato sul già citato "Solveig".

Anche sul piano compositivo, i Seven Spires mantengono quella stessa struttura cangiante che potremmo incanalare nel filone del Symphonic Power Metal, ma espresso con discreta personalità e a larghe vedute, a partire dalle atmosfere kamelotiane di "Ghost of a Dream" (preceduta dall'intro corale "Igne Defendit"), sino a "The Trouble with Eternal Life" (ancora influenzata dalla band di Youngblood) e la strumentale orchestrale "Emerald Seas", che chiudono un album riuscito e convincente, oltre che scevro da alcune ingenuità che si potevano ancora cogliere sull'album d'esordio.

Detto ancora che lo Yin e lo Yang del disco possono essere tratteggiati dagli episodi in cui domina la componente melodica, come la Gothic Rock "No Words Exchanged" e la malinconica "Bury You" cui si contrappongono quelli pervasi dalla violenza e malvagità ben espresse dalla spettacolare "Fearless", che li vede sbilanciarvi verso il Black Metal Sinfonico, non posso che chiudere la disamina di "Emerald Seas", consigliandone quantomeno l'ascolto e ribadendo sia le qualità sia il potenziale dei Seven Spires.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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