Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:32 min.
Etichetta:Go Down Records

Tracklist

  1. HISPANIC WOLF
  2. BIG BAD AFFAIR
  3. PALE MOONLIGHT
  4. MY FAT LONG TAIL
  5. EXTRABILIANTE
  6. I WOLF THE LINE
  7. ANOTHER WOLF GAME
  8. THE REVENGE OF THE WISE WOLF
  9. BITE ME WOLF
  10. COYOTE?

Line up

  • Tommaso Mantelli: guitar, vocals
  • Alberto De Lazzari: organ, synth, vocals
  • Luca Ramon: drums, vocals

Voto medio utenti

Band completamente fuori dagli schemi, i veneti Licantropy. La loro ossessione per gli uomini-lupo, per l'immaginario folkloristico messicano (nelle foto sembrano tre mariachi alla Fiesta de la Muerte), per il garage-rock orecchiabile e danzereccio, per le tastiere ultra-vintage anni '60, per l'ironia ed il cazzeggio, li rende sicuramente unici e particolari all'interno dello scenario underground nazionale. Questo "Extrabiliante" è il loro secondo lavoro, seguito dell'esordio "We were wolves" (2017), ed esce per Go Down Records.
Brani leggeri, scanzonati, infarciti di melodie pop-punk gradevoli ed orecchiabili ma anche di vibrazioni nervose ed orientate verso una psichedelia retrò trasversale e bizzarra. Brani come "My fat long tail" e "I wolf the line" sembrano provenire da un passato remoto, da un'epoca di mangiadischi e juke-box, con qualche squinzia in minigonna che segue ancheggiando il ritmo carezzevole e perfido della musica. A tratti sembra tutto troppo esile per essere vero, compreso il mood pseudo-caraibico/rockabilly della title-track, ma il trio è composto da gente tutt'altro che sprovveduta. Basti citare le formazioni che hanno visto la presenza di Tommaso Mantelli (chitarra e voce), Luca Ramon (batteria) e Alberto De Lazzari (tastiere): Teatro degli Orrori, Kirlian, Captain Mantell, Waterproof, LAD, Industria Onirica. In sostanza, musicisti navigati ed esperti.
Le canzoni scorrono in maniera semplice, piacevole, con quel tocco garage lo-fi che profuma di scantinati e locali alternativi ("Another wolf game") e si percepisce costantemente l'attitudine sottilmente goliardica del gruppo veneto.
Il disco si conclude con "Coyote?", pezzo differente da tutto il resto. Lento e sinuoso, veicola una psichedelia più cupa e doomeggiante, alla Orquesta del Desierto, che punta sugli aspetti lisergici del rock e testimonia la buona capacità del trio di variare la propria proposta quando necessario.
Un disco gradevole, con spunti interessanti, ma molto alternativo. Adatto prevalentemente ai rocker dalla mentalità più aperta e curiosi di stimoli musicali differenti dal solito.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.