Feed Them Death - Panopticism: Belong / ​Be Lost

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:36 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. ZONELESS CONFINEMENT
  2. SCAR?
  3. APOLOGUE OF DESCENT
  4. FOR OUR INSOLENT DEAD
  5. ANTI-MODERNIST EXTRADITION
  6. PRESCIENCE/EVOKISM III
  7. BLACK BILE BANQUET
  8. BREAK THE INFI/NITE
  9. LOTUSBLUTHEN III
  10. EVOKISM II
  11. DEAD IS BETTER

Line up

  • Void: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Feed Them Death è il progetto solista di Void, ex cantante dei brutallari liguri Antropofagus, qui al secondo disco dopo “No Solution/Dissolution” del 2018.
Panopticism: Belong/Be Lost” è un coacervo di brutal death metal schizoide infettato con un virulento grindcore che viaggia a mille e solo poche requie concede all’ascoltatore, come ad esempio in “For Our Insolent Death”, i cui rallentamenti sono tipicamente sludge/doom, anche se comunque nel finale si ha una vistosa e scriteriata accelerazione.
Molto interessante è il concept lirico, ispirato dal filosofo e sociologo francese Michel Foucault e dalle sue opere “Madness and Civilization” and “Discipline and Punish”. È un concept che ha a che fare con l'archetipo del Panopticon, modello di carcere ideale teorizzato dal filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham, nel quale egli rinviene il paradigma della moderna società capitalistica.
Per certi versi il concept mi ha fatto venire in mente i dischi dei Brodequin e la loro passione per gli strumenti di tortura.
Sul disco sono presenti anche alcuni ospiti di rilievo, su tutti Argento degli Spite Extreme Wing, che presta la sua voce nella conclusiva “Dead Is Better” e Luigi Cara dei Malignant Defecation che canta in “Anti-Modernist Extradition”.
A metà disco è anche presente una traccia completamente spuria rispetto al contesto generale, “Prescience/Evokism III”, un pezzo rumorista, con tanto di sampler e violini vari a stridere.
Il resto, dal punto di vista compositivo, sebbene non faccia gridare al miracolo, quantomeno non lesina in sostanza musicale, che qui si chiama densità e intensità di suono, brutalità, velocità di esecuzione e varietà dei colpi, compreso il doppio attacco vocale growling/screaming.
Un disco decisamente buono e sopra la media delle uscite del genere.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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