Feed Them Death - Panopticism: Belong / ​Be Lost

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:36 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. ZONELESS CONFINEMENT
  2. SCAR?
  3. APOLOGUE OF DESCENT
  4. FOR OUR INSOLENT DEAD
  5. ANTI-MODERNIST EXTRADITION
  6. PRESCIENCE/EVOKISM III
  7. BLACK BILE BANQUET
  8. BREAK THE INFI/NITE
  9. LOTUSBLUTHEN III
  10. EVOKISM II
  11. DEAD IS BETTER

Line up

  • Void: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Mi ero occupato di questo progetto in un’altra vita scribacchinistica, avevo con gioia trattato il debut album di questa creatura affamata di rabbia.
Ora il progetto Feed Them Death, progetto grindcore e non solo, torna dopo due anni col nuovo album sotto le ali della I, Voidhanger Records.
Ma sotto questo nome, c’è un certo musicista che i più scafati metallari vogliosi di musica estrema conoscono, perché si tratta di Void, una delle menti creative dei mitici Antropofagus nella prima fase della loro carriera.
L’opener “Zoneless confinement”, inizia con un basso che poi si evolve in un riff segaossa con tempi sincopati di batteria che esplodono in un blast beats distruttivo.
Il nostro usa due registri vocali che vanno dal growl cavernoso ad urla disumane, con i riffing che colpiscono nervosi e si sente l’amore del musicista per il death metal.
Scar?”, è l’ennesima legnata sulle gengive senza pietà alcuna, inizio lento, con interventi di theremin ad opera dell’ospite Ays Kur dei Die Kur.
Brano possente, urlato, rabbioso che sferra un gancio diretto allo stomaco nella sfuriata che puzza di hc estremizzato e blast beats.
Con “For our insolent dead”, si viene letteralmente schiacciati al pavimento da questo pesantissimo brano doom death metal.
Marcia elefantiaca, riffing che sono della migliore scuola doom, ma estremizzati a dovere con un vocione greve che fa il paio con uno screaming acido e rabbioso.
Il brano sul finale da il cosiddetto colpo del k.o., perché improvvisamente accellera in modo rabbioso.
Con “Prescience/ Evokism III”, si va nello sperimentalismo puro; qualche ascoltatore rimarrà interdetto, ma invece è coerente con quanto stiamo ascoltando, non solo a livello musicale, ma soprattutto lirico.
Adesso vi spiego il perché, il brano è diviso in due parti con l’aiuto dell’ospite Davide Destro dei Macabro Dio/ La Colpa; apertura rumoristica, quasi industrial che da disagio interiore e credo sia voluto dal nostro.
Il brano ha un riffing in sottofondo dissonante e interventi di violino a rendere ancora più inquietante il tutto, all’interno troviamo un campionamento del filosofo, musicologo e sociologo tedesco Theodor Adorno.
Break the infi/nite”, è una scheggia grindcore velocissima di meno di due minuti di durata.
Proiettile velocissimo con riffing serrati, sfuriate, vocione e screaming urlate, in mezzo cambi di tempo sincopati e tanta distruzione.
Con “Dead is better” che chissà perché mi ricorda il mitico ep degli Antropofagus quasi omonimo “Alive Is Good…Dead Is Better”, si riforma la coppia con Argento (ex Antropofagus, ex Spite Extreme Wings).
Brano dall’apertura in blast beats con riffing di pura scuola estrema con le doppie vocals in growl/ scream.
I nostri non si fanno nessuno scrupolo a devastare il tutto come emuli dei migliori Napalm Death.
Un disco che non è rumore, come direbbero nella loro ignoranza i non metallari, ma è un attacco diretto, voluto e pensato; la riconferma che ci si trova daventi a del metallo pensante è data da questo estremo lavoro di comunicazione, non solo musicale ma filosofica; da avere!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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