La storia degli
Aevangelist negli ultimi due anni è stata alquanto turbolenta. Proviamo a fare un breve riepilogo, funzionale a quanto si dirà di qui a poco relativamente a questo nuovo “
Nightmarecatcher”.
Dopo le accuse di stupro da parte di una fan, due anni fa la cantante
Ascaris, nel frattempo diventata icona transgender, assunse il controllo dei social media della band, dichiarandone la fine. L’altra metà e principale compositore, l’afroamericano
Matron Thorn, non si diede per vinto e dichiarandosi vero possessore dei diritti sulla band, ne continua l’epopea, registrando nuovi domini sui social media e reclutando un nuovo cantante,
Stephane Gerbaude già con gli
Anorexia Nervosa, e ricollocando la band in Finlandia, a Tampere.
Questo strano connubio di freak, l’afroamericano con la transgender, portabandiera del satanismo teistico e di tutta la relata sottocultura occultistica/esoterica, aveva dato vita ad un vero e proprio essere mostruoso, una band abominevole, dal suono disturbante, pregna di misantropismo e oscurità.
La vecchia incarnazione degli
Aevangelist faceva veramente paura, dal punto di vista musicale c’erano poche cose più inquietanti ed estreme.
Tutto questo per dire, cosa è rimasto ad oggi di quella band?
Mi verrebbe da dire molto poco.
Il nuovo disco si sostanzia praticamente in una unica traccia di oltre 50 minuti suddivisa in tre atti, la cui sostanza è molto meno estrema del passato e per molti versi monotematica e persino noiosa nella sua ridondante ripetitività.
Immaginate una base ritmica progressiva ma dilatata, sulla quale la chitarra di
Matron Thorn disegna assoli allucinati, caotici, che trovano il loro acme a metà di “
Ceremony Of Decomposition Of Bodies”, sui quali la voce di
Gerbaud si limita a un continuo, ininterrotto, monocorde e ritualistico declamare, senza mai variare registro. I testi rappresentano una prosa, oltremodo prolissa, del nuovo concept lirico della band.
Bisogna aspettare quasi la metà del terzo atto, “
In The Womb Of The Chaos, Source Of Life Energy” per ritrovare qualche atmosfera più malata e oscura, in una deriva corrosiva verso una sorta di rituale esoterico a base di erbe allucinogene.
Basta? Direi proprio di no.
Non discuto la qualità e la bontà delle composizioni, al netto di quelli che per me sono difetti. Tuttavia sono legato alla primigenia incarnazione della band, che era davvero qualcosa di unico.
Ebbene quella unicità si è persa, o almeno così sembrerebbe, per dare vita ad un suono che è comunque peculiare ma che manca di quelle caratteristiche di base che hanno reso dischi come “
De Masticazione Mortuorum In Tumulis” ed “
Enthrall To The Void Of Bliss” veri capolavori di metal brutale, oscuro e terrorizzante.
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