Dopo 12 anni di assenza dal debutto, tornano sul finire del 2019 i greci
Dreamlord, con un album tutto sommato rispettabile. "
Disciples Of War" si presenta con una copertina che per concepirla in modo più brutto bisogna seriamente impegnarsi, ma nonostante la copertina sia il biglietto da visita che un gruppo presenta, è anche ciò che ci dovrebbe interessare meno. La opener “
Out for Blood” ci mostra un gruppo in forma e con la voglia di suonare e di tornare sulle scene mondiali, anche grazie alla No Remorse Records.
“
Disciples Of War ” si compone di riff evidentemente di stampo ottantiano, che però non sanno di vecchio o ammuffito, di incroci di assoli, che ricordano molto quei grandi gruppi americani che tanto amiamo ascoltare e citare di ormai qualche decennio fa, e di ritmiche efferate e con cui non si può tenere la capoccia al suo posto.
Vorrei segnalare quella che secondo me è la perla del disco: la strumentale “
Act Of God”, 6 minuti di Thrash strumentale che è veramente frutto di una fantasia e un’inventiva intelligente, che ragiona e pesa ogni nota, ogni passaggio e ogni cambio di tempo.
Una menzione anonima per il suono, che non è eclatante nè in senso negativo nè in senso negativo, una produzione che comunque fa sentire bene ogni strumento, ma non è niente di particolarmente degno di nota.
C’è anche da dire che questo è un disco che dal punto di vista lirico rispetta tutti i chichè del thrash metal: guerra, sangue, olocausti e bla bla bla, non a caso ho appena elogiato una canzone strumentale.
Chiaramente i
Dreamlord non hanno nessuna pretesa di inventare qualcosa o di diventare i capistipite di un genere, ma hanno composto un più che discreto disco, rilassante da ascoltare per i nostalgici e divertente da scoprire per i giovani metallari di mezzo mondo.
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