Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:42 min.
Etichetta:Terratur Possessions

Tracklist

  1. BLACK LABYRINTH
  2. WHEN GOLD TURNS INTO LEAD
  3. SORATH THE OPPOSER
  4. OMEGA DRAGON
  5. CALL OF THE BURNING BLOOD
  6. HYMN TO LUCIFER
  7. LEGACY OF NAAMAH
  8. DESTROYER OF ILLUSIONS
  9. LUCIFERIAN DAWN

Line up

  • M.S.: vocals
  • M.L.: guitar & bass
  • L.R.: drums

Voto medio utenti

Parlare di “super-gruppo” sarebbe, con ogni probabilità, eccessivo; sembra senz’altro più accurato definire i Bythosband composta da navigati esponenti della scena estrema finnica”. Nondimeno, se si annoverano in line up membri di Horna e Behexen, l’asticella delle aspettative si alza in modo inevitabile.
Aspettative che, per una volta, non vengono tradite: “The Womb of Zero”, a sommesso parere di chi scrive, è un esordio coi fiocchi.

Il black metal dei Nostri non riserva sorprese particolari, non estrae chissà quali conigli dal cilindro, né fa ricorso ad effetti speciali: la durata dei brani è sempre sotto controllo; di stravaganze a livello di partitura, struttura ed arrangiamento non se ne scorgono.
La ricetta è semplice: songwriting solido, produzione monstre (leggasi: moderna ma non artificiosa), perizia e gusto sia quando s’imbocca la via del mid tempo dissonante (“Omega Dragon”, l’opening track), sia quando si percorre il sentiero della melodia (si odano i malinconici ricami chitarristici della Dissection-esca “When Gold Turns into Lead” o l’epicheggiante invocazione di “Hymn to Lucifer”), sia quando ci si lancia nella corsia autostradale (la ferale “Sorath the Opposer”).

Attenzione, però: non è nel cieco parossismo esecutivo e nel furioso accatastamento di bpm che risiede il cuore pulsante dei Bythos, maggiormente interessati ad esplorare il lato più atmosferico del Metallo Nero… con risultati assolutamente degni di nota.
The Womb of Zero”, anche a causa di un leggero calo nelle battute finali, non scuoterà le fondamenta del genere, né diventerà il disco preferito del nostro caro amico Satana, ma possiede sostanza, qualità e attitudine.
Semplice, no?

Direi proprio di no, altrimenti ci riuscirebbero tutti.
Invece quella del black metal è, per definizione, un’arte per pochi; un plauso ai Bythos per aver dimostrato, col loro debut, di appartenere a quella elitaria cerchia.
A risentirci.

Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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