Nonostante i vari impegni "paralleli" con Blaze Bayley e Iced Earth, gli
Absolva danno alle stampe il loro quinto album, e lo fanno, come era facile prevedere, senza stravolgere la propria identità, tutt’al più apportando qualche ritocco e smorzando qui e là i momenti più speedy a favore di spunti orientati al versante Hard Rock.
Non stupisce quindi trovare già nella cavalcante opener "
Advocate Your Fate" un tocco più melodico, sia nelle voci sia nel sound in generale, con un guitarwork che invece resta sempre indissolubilmente maideniano. La ritmica incalza non poco le seguenti "
Burning Star" e "
The Sky’s Your Limit", un paio di canzoni dal retrogusto hardeggiante ma che non avrebbero avuto molte difficoltà nel trovare spazio su uno dei dischi di Blaze, con quel mood un po' oscuro e sofferto, e soprattutto nella prova spiccatamente british dei fratelli
Appleton. E sono proprio loro a caratterizzare, dalle batture iniziali ai fragorosi fraseggi solisti, i momenti migliori di una titletrack che per il resto sembra perdersi in qualche leziosità di troppo. Ma i due
Appleton da soli non sono sufficienti a risollevare un momento di défaillance, con la monocorde "
Living a Lie" che paga un refrain quasi irritante e la rockeggiante "
Legion" che guarda ai Saxon ma non incide. Tocca così alle ben più dinamiche "
Eternal Soul" e "
End of Days" rimettere in careggiata gli
Absolva, finalmente taglienti, pulsanti e mirati all'obiettivo. E se questo prevedeva di rispolverare la N.W.O.B.H.M., ecco che lo centrano con l'ottantiana "
Heart Lets Go", mentre potevano risparmiarsi l'innocua ballad acustica "
From this World" e forse pure i rifacimenti inseriti come bonus track, visto che hanno scelto due pezzi immortali, quali "
2 Minutes to Midnight" e "
Heaven And Hell", senza però render reso loro chissà quale grande servizio, con
Christopher Appleton in affanno alle prese con l'improbo confronto con due istituzioni come Bruce Dickinson e Ronnie James Dio.
Qualche episodio sottotono, soprattutto nell'indirizzo melodico nei refrain, e gli esiti delle due cover, non consentono ad un comunque discreto "
Side By Side" di mettersi al pari di "Never a Good Day to Die", che ad oggi resta la miglior realizzazione in casa
Absolva.
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