Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:47 min.
Etichetta:Inferna Profundus Records

Tracklist

  1. GILYN
  2. SUŠIURPINTAS ANO PASAULIO NUOSTABOS
  3. KAS TU ESI?
  4. UŽRIBIS
  5. UŽ SAPNO RIBŲ
  6. TIKĖJIMO PASLAPTIS
  7. LIEJASI
  8. VANDENS PAVIRŠIUMI
  9. FASCINATIO MORTIS

Line up

  • Šatras: guitars
  • Kommander L.: vocals, guitars, bass
  • Dovydas: guitars
  • VJ: drums

Voto medio utenti

I lituani Luctus non sono certo dei novellini essendo in giro da quasi vent'anni ed avendo una discografia piuttosto corposa.
La loro esperienza emerge, e non poteva essere altrimenti, nel nuovissimo "Užribis", un album che può essere considerato una sorta di compendio di metal estremo.
All'interno delle sue canzoni, infatti, ascolteremo death, black e thrash fusi insieme e sorretti da una tecnica strumentale di primo livello nonché da una capacità di arrangiamento di tutto rispetto per un risultato complessivo "massiccio", duro e a tratti devastante che certifica la bontà di un lavoro per il quale la parola estremo non viene certo usata a caso.
I Luctus, in ogni caso, non rinunciano ad inserire nella loro musica anche variazioni di natura melodica e, qui a la, sinfonica, per rendere la proposta più varia, ma sono la violenza, l'intransigenza, i soffocanti rallentamenti doom e le partiture più veloci e caotiche, sempre però di un chaos controllato, ad essere assolutamente protagoniste di una musica che non scende mai a compromessi e che si dimostra davvero intelligente e ricca di spunti anche molto diversi tra di loro proprio perché, come ricordavo in precedenza, i lituani non si limitano all'interno di un genere ben preciso, ma spaziano, con cognizione di causa, su vari fronti, restando sempre credibili ed avanzando come una macchina da guerra perfettamente oliata e pronta a distruggere tutto.
Se non avete mai intrecciato la vostra strada con i Luctus credo che "Užribis" sia un ottimo modo per colmare questa lacuna e per capire che, spesso, la qualità si nasconde dove meno te lo aspetti piuttosto che all'interno della proposta di nomi tanto blasonati quanto inutili... e qui mi fermo per non insultare nessuno.
Lode, dunque, alla gente come i Luctus, sempre e comunque.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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