Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:31 min.
Etichetta:Extreme Metal Music

Tracklist

  1. DEADLY WORLD
  2. DEVASTATION... RISE!!
  3. THE BETTER WAY
  4. BET ON TRAGEDY
  5. THE BEAST WITHIN
  6. MY OBSESSION
  7. HOPE KILLS
  8. THE BIRTH OF HATE
  9. AWAY FROM REALITY

Line up

  • Riccardo D'Angelo: guitars
  • Roberto Simonetti: guitars
  • Mirko Pinoli: bass
  • Francesco Macchi: vocals

Voto medio utenti

Sono tempi complicati, lo stiamo vedendo tutti, ma se c'è una cosa che ci rende ancora liberi in ogni senso è la musica e la sua capacità di far volare ore altrimenti interminabili.
Un ringraziamento perciò va in parte anche ai pisani Chronicles Of Hate ed al loro debut album "The Birth Of Hate" targato Extreme Metal Music.
I cinque ragazzi, provenienti da svariate realtà underground tricolore (Neurotomy, Madvice, Enkymosis) hanno dato vita ad un progetto intenzionato a fondere le sonorità death metal più old school con la violenza ed il groove del metalcore.

Ad essere sinceri, dopo aver fatto girare abbondantemente le 9 tracce del disco (32 minuti scarsi) nel lettore, non sono certo che la direzione presa abbia seguito i propositi ma questo non ha certo condizionato la bontà del lavoro.
Il lotto di brani suona più come un omaggio al thrash metal anni '90 più "incazzoso", quello dei Testament o dei Sepultura giusto per fare i primi due nomi che mi sono balzati in testa durante l'ascolto: dei brasiliani soprattutto i nostri hanno preso una certa attitudine ravvisabile ascoltando "The Beast Within" o la titletrack "The Birth of Hate".
Riffs di chitarra taglienti conditi da rallentamenti improvvisi, assoli scarni, parti vocali al limite del growl e drumming furioso: ecco il marchio di fabbrica di Francesco Macchi (vocalist) e soci.
La Bay Area fa capolino invece nelle ottime "Devastation...Rise", "The Better Way" o nelle violentissime strofe di "Hope Kills" ed è impossibile non collegare le linee melodiche (ottime davvero) di "Bet on tragedy" a certi lavori degli In Flames periodo "Colony".

Spesso, parlando dei "bei tempi andati" con altri dinosauri musicali come me, sostengo che la grande forza propulsiva del thrash è sempre stata la rabbia: tolta quella (o cancellata da fama e denaro) diventa quasi impossibile replicare i capolavori di inizio carriera delle band che hanno marchiato a fuoco la musica che tanto amiamo.
Con i Chronicles of Hate questo pericolo è molto in là da venire, "The Birth Of Hate" è il frutto spinoso della furia del quintetto tricolore; una cattiveria che spero non andrà annacquata qualora dovessero raccogliere il successo che sembrano meritare.

Chronicles of Hate - "The Birth Of Hate"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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