Gli
Apollo Stands vengono da Norwich, Inghilterra, e questo ep, “
Minds”, viene dopo il debutto sulla lunga distanza del 2017 “
Join Us”.
La band inglese proclama come suo tratto peculiare l’uso dei synths abbinato al metalcore, richiamando come propri numi tutelari una pletora di bands che vanno dagli
Slipknot ai
Disturbed, passando per
Avenged Sevenfold e
System Of A Down.
L'iniziale “
Psyparadar” sembra promettere bene, ma presto ci si ritrova di fronte a soluzioni scontate, banali e già sentite, e il famoso utilizzo dei sintetizzatori, che dovrebbe essere la marcia in più della band, non riesce mai a marcare in maniera decisa la musica degli
Apollo Stands, sovente risultando più contorno che sostanza. Sostanza che si comincia a vedere solo dalla terza canzone, quella “
Fired Up” che mostra i muscoli, anche a livello compositivo, sconfinando nel crossover/rap più viscerale di marca statunitense, con un doppio attacco vocale aggressivo e ritmato.
La successiva “
Titan” mette di fila una bella introduzione atmosferica e un ficcante assolo heavy prima di perdersi nella banalità di un sound metalcore che vorrebbe fondere melodia e patterns quadrati, ma difetta nell’amalgama.
Il disco prosegue sulla stessa falsariga senza picchi notevoli.
“
Minds” risulta essere un ascolto senza pretese, un disco che, pur mostrando qualche buono sprazzo, paga diversi difetti decisivi, in parte frutto delle capacità compositive della band, in parte per il fatto che sono in ritardo di diversi lustri, con un sound che avrebbe potuto stupirci o incuriosirci nel 2003 non certo nel 2020.
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