Sapendo che i
Radian, di Akron, Ohio, sono formati da ex-membri di gruppi come Fistula, Rue, Contra e Sofa King Killer, non è difficile prevedere cosa incontreremo nel loro Ep d'esordio. Sludge monolitico, rigurgiti post-hardcore, ferocia iconoclasta, metal estremo di ultima generazione, pennellate vagamente heavy-swamp-southern. Gente che ama investire l'ascoltatore con un muro sonoro ad alto tonnellaggio, marcio e cattivo, guarnito di vocals urlate in modo belluino.
Ma gli statunitensi non sono soltanto dei picchiatori ottusi, questa è gente del mestiere capace di manipolare la materia con una buona attitudine artigianale. Prendiamo lo sviluppo doomy della mortifera "
Hearts of Metropolis", col suo andamento lento e trascinato guidato da un basso ultra-distorto, per evidenziare una discreta abilità nel creare atmosfere sicuramente opprimenti e sfiancanti ma anche dotate di una sufficiente accessibilità. Talvolta il quartetto spinge su accellerazioni metal quasi motorheadiane ("
Not dying") per poi sfociare in terrorismi sonici da caterpillar acidi e fangosi, oppure evocano degli Sleep orgiasticamente post-metallici ("
Stonier") immersi in un'atmosfera da apocalisse imminente (e visto che scrivo la recensione in piena psicosi coronavirus, quantomai efficaci ed evocativi). La voce di
Jeff Fahl è sempre brutale e disturbante, tranne nei pochi passaggi più dilatati ed ipnotici, cosa che accentua la pesantezza elefantiaca del sound.
I
Radian non si presentano certo come degli innovatori, perchè di lavori metal-sludge come questo ne abbiamo già sentiti parecchi, vedi High on Fire, Grief o gli stessi Fistula. Comunque compensano la relativa originalità con una discreta perizia da veterani del settore.
Promossi ma con riserva, perchè in futuro devono fare qualcosa in più per emergere.
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