Il nono album dei
Borgne, che esce per la validissima
Les Acteurs de l'Ombre Productions, è un lavoro in qualche modo diverso dai precedenti, è un lavoro all'interno del quale il duo svizzero mette in evidenza la volontà di sperimentare ed il desiderio di cercare nuove vie espressive che completino lo spettro espressivo del gruppo.
Nessuna svolta epocale, sia chiaro, ma la sensazione di essere al cospetto di qualcosa di nuovo, o meglio, la sensazione di essere di fronte ad un lavoro di transizione, sono elementi che aleggiano evidenti su
"Y".
Da un lato, i
Borgne si fanno interpreti del loro classico black metal dalle striature industriali e dalle atmosfere apocalittiche, dall'altro, invece, emergono elementi spiazzanti da ricercarsi in inusuali partiture melodiche, in chiari riferimenti ai Nine Inch Nails (
"A hypnotizing perpetual movement that buries me in silence") e in un uso più marcato della elettronica che arriva a lambire territori IDM davvero distanti, finora, dal modus operandi degli svizzeri.
L'intelligenza del gruppo sta nel non aver stravolto troppo bruscamente il proprio suono portandolo a snaturarsi: chi ha amato gli album precedenti, dunque, non farà fatica ad amare
"Y" e le sue atmosfere da fine del mondo, ma, al tempo stesso, inizierà a prendere confidenza con i nuovi elementi che, immagino, saranno sviluppati con maggior decisione nelle prossime uscite, portando i Nostri, forse, a diventare qualcos'altro, ma qualcos'altro, sempre, di assolutamente nero e abissale, di questo potete starne tutti certi.
Per adesso i
Borgne confermano il loro ruolo di leader di un certo modo di intendere il Black Metal "sperimentale" con un album come
"Y" che va ascoltato con attenzione, metabolizzato, capito, penetrato nei suoi diversi livelli emozionali e, alla fine, amato e gustato nel buio assoluto che lo circonda.
Sempre avanti e sempre grandi.
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