A vederli sembrano una delle tante - e nemmeno una di quelle particolarmente “organizzate” -
tribute-band dei Kiss che affollano la scena contemporanea, ed è forse anche per questa ragione (aspettative piuttosto basse …) che l’ascolto di “
Welcome to my world” ha meravigliato così tanto questo “maturo”
rockofilo.
Scoprire che dietro ai colorati e
banalotti nicknames dei nostri
Starmen ci sono in realtà alcuni musicisti scandinavi dai
curricula piuttosto importanti (The Poodles, Cleopatra, …) attenua leggermente “l’effetto sorpresa” ma di certo non la soddisfazione con cui accogliere questi godibilissimi cinquantuno minuti di musica, alimentati, oltre che dai Kiss, anche da gruppi quali Silent Rage, Whitesnake, Sabu, Y&T e Cinderella, il tutto abilmente orchestrato grazie a cultura, preparazione e un’innata sensibilità nella conduzione dell’inevitabile gioco delle citazioni.
La voce prestante e comunicativa di
Red Starmen (
a.k.a. Kristian Hermanson), un’intrigante fusione timbrica tra
David Coverdale,
Paul Stanley e
Jeff Scott Soto, è semplicemente perfetta nel pilotare una raccolta di canzoni coinvolgenti e appassionanti, capaci di mescolare ad arte melodie catalizzanti e la giusta dose di “attributi”.
E’ sufficiente il primo approccio con il
groove irresistibile di “
Dreaming” per rendersi conto che la celebrazione del “
Bacio” più famoso del
rock n’ roll trova nei nostri degli eccellenti promotori, invogliando fin da subito a passare alla successiva “
Face the truth”, in cui i suoni si fanno leggermente più cromati e suadenti, con le celebri movenze espressive di Whitesnake e Rainbow che si aggiungono felicemente all’impasto sonoro.
E’ ancora il leggendario
Serpente Bianco britannico, in condivisione con AC/DC e Montrose, a fornire la necessaria ispirazione a “
Ready to give me your love”, e se “
Stay the night” è una sfarzosa
ballad dagli accenti vagamente Beatles / Queen-
eschi, ”
Warrior” attinge nuovamente a piene mani dal
songbook firmato
Stanley /
Simmons senza per questo ostentare fastidiosi manierismi o macchiarsi di crimini di “lesa maestà”.
All’interno di un programma capace di esplorare diverse variazioni sul tema non mancano nemmeno le torride atmosfere
blues n’ funky di “
Freewheelin'”, "
R.I.P.” e “
Mission man” (in cui si scorge la sagoma imponente del bombardiere Aerosmith), l'ombrosa “
Evil” (che ricorda certe cose di
Alice Cooper) e le trame orientaleggianti di "
Mayday” (tra Rainbow ed Electric Boys), per poi completare l’opera con una “
Electrified” che sono abbastanza convinto piacerebbe pure a
Sir. Coverdale.
All’appello mancherebbe ancora la
title-track dell’albo, un inno dal contagioso
refrain che utilizzo anche per invitare tutti i lettori a scoprire il “mondo” degli
Starmen … magari un po’
naif nelle scelte estetiche e tutt’altro che “avventuroso” nei contenuti e ciononostante assai efficace e adescante … a me è piaciuto parecchio, e ve lo consiglio vivamente.
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