Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2020
Durata:49 min.
Etichetta:AMS Records

Tracklist

  1. IL PARADIGMA DELLO SPECCHIO (PRIMO SPECCHIO)
  2. FIGLIO DELL'UOMO (SECONDO SPECCHIO)
  3. CHI TI CAMMINA ACCANTO? (TERZO SPECCHIO)
  4. IL BASTONE E IL SERPENTE (QUARTO SPECCHIO)
  5. LORO SONO ME (CATARSI)

Line up

  • Francesca Zanetta: guitars, keyboards
  • Niccolò Gallani: keyboards, flute, backing vocals
  • Roberto Berna Bernasconi: bass, lead vocals
  • Alessio Del Ben: drums, keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

Avevo seguito con interesse le vicende degli Unreal City, realtà nostrana subito riconosciuta a livello internazionale da pubblico e critica per le indubbie doti nel recuperare con personalità il sound del Rock Progressivo Italiano degli Anni Settanta. Dalle ceneri di quella band nascono oggi i Quel Che Disse Il Tuono, e le affinità con il progetto sopraccitato non mancano di certo.

“Il Vero Dei Riflessi” è un concept album elaborato che attraverso le sue cinque lunghe composizioni “tratta i temi della schizofrenia latente nell'essere umano, della repulsione delle proprie personalità - considerate come deviazioni - e della loro accettazione in quanto parte imprescindibile dell'individuo stesso”.

Eccoci allora catapultati indietro nel tempo in un tour-de-force lirico/musicale che mette a sistema il chitarrismo sofferto dei Pink Floyd con il tastierismo drammatico dei Genesis (“Il Paradigma Dello Specchio”), le atmosfere heavy e sinistre degli Atomic Rooster (“Figlio Dell’Uomo”) con momenti soffusi e bucolici alla PFM (“Chi Ti Cammina Accanto?”), le spigolosità caratteristiche di Balletto Di Bronzo e Biglietto Per L’Inferno (“Il Bastone E Il Serpente”) con le aperture nervose e cinematografiche di Goblin e King Crimson (“Loro Sono Me”).

Come per gli Unreal City, è difficile definire con precisione il confine tra “plagio” e “omaggio”, ma è fuor di dubbio che la passione e la determinazione messe in gioco dai Quel Che Disse Il Tuono meritano attenzione e supporto incondizionato.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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