I transalpini
Glaciation sono -a ragione- indicati spesso come un gruppo di culto tra gli appassionati di black metal (underground ovviamente e fuori dai grossi nomi) fortemente caratterizzato da atmosfere glaciali e melodie epiche, nonostante dall'anno di fondazione 2011 abbiano dato alla luce solamente un EP ("
1994") ed un full length (il sublime "
Sur les falaises de marbre").
Nati come progetto della mente multi-talentuosa di
Jean-Emmanuel "Valnoir" Simoulin (vi invito a leggerne nella rece del
primo lavoro a cura del nostro
Dopecity), oggi sono un'altra entità e nel nuovo album "
Ultime éclat" (
Osmose Productions) sono diventati una vera e popria band.
Mantenendo come punto di contatto con il precedente disco il solo
RMS Hreidmarr (vocalist), il gruppo si è arricchito di membri attuali o meno di band quali
Anorexia Nervosa, Deathcode Society, Eschaton, Au Champ des Mort ed
Ende per dare vita ai 50 minuti del presente lavoro.
Le liriche suggestive e cantate nella lingua madre dei nostri, le trame atmosferiche intrecciate magistralmente al tessuto oscuro e gelido del metallo nero, l'aggressività epica delle loro composizioni invece si sono mantenute pressochè invariate e la registrazione dal vivo delle linee di chitarra, basso e batteria conferisce ancora maggiore autenticità grezza e pulsante alla proposta.
Sebbene le 7 canzoni - i cui titoli facilmente traducibili (come del resto il monicker del combo) rimandano alla cristallizzazione nel ghiaccio ed al gelo perenne- siano formalmente ineccepibili e regalino neri brividi di disperazione, a mio parere non raggiungono le vette toccate dal precedente, e direi inarrivabile, album.
Siamo comunque su livelli altissimi impreziositi da furenti passaggi di batteria, tappeti di synth e mellotron, contrasti fortissimi tra lo screaming abrasivo di
Hreidmarr e le clean vocals ed i cori del guest
Cecil G. (ex
Anorexia Nervosa, Au Champ des Morts), partiture acustiche cristallizzate nel vento e tremolo picking serratissimo.
Commovente infine l'epilogo del disco affidato alla strumentale "
Les grands champs d'hiver" in cui
Arnhwald, con struggenti note di piano, accompagna l'ultimo bagliore del sole che muore sul mondo avvinto nella morsa inesorabile del gelo.
Probabilmente il meglio è passato per i
Glaciation, i capolavori sono tali proprio perchè non replicabili, ma "
Ultime Eclat" è un disco ampiamente superiore alla gran parte del "piattume" che satura il mercato oggi, e se il mondo deve avviarsi verso la fine, questo "
Ultimo Bagliore" ne accompagnerà degnamente il viaggio.
Glaciation - "
Les grands champs d'hiver"
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