Seconda altalenante opera per i tedeschi
Depravation che con
“III : Odor Mortis” ritornano sul mercato dopo 7 anni dal debut
“II : Maledictvm” edito dalla
Dark Omen Records.
“III : Odor Mortis” può essere diviso in due parti, una più compatta, diretta e convenzionale che inizia (ovviamente) con l’ opener
“Casting Fear” che è un gran bel pezzo diretto e distruttivo ma mai banale, un incrocio a metà strada tra la devastante brutalità dei
Marduk (
Mortus-era ) e la geniale melodia aggressiva dei
Der Weg Einer Freiheit, continua con la successiva
“Peitschenhieb” nella quale si cambia un po’ registro,innestando sulla consueta base a la
Marduk riffs e break più melodic death, senza però distaccarsi troppo dalla formula di partenza, e si finisce con
“Misery” sempre sugli stessi parametri … Da qui in poi infatti termina la parte più prettamente “black” e dalla seguente
“Beug Dich” comincia il melting pot di generi , con un pezzo che mi ha ricordato un po’ i
Morgoth di
“Odium” (soprattutto nel cantato) che cercano di essere più “groovosi” (peggior termine dell’anno per distacco lo so) e si evolve nella successiva
“Sickness” che parte con una lunga parte atmosferica tendente allo sludge (per riprendere le origini del gruppo) e poi finisce con un’accelerazione più ariosa e classica. Non certo un pezzo perfettamente riuscito, ma che mette bene in mostra la volontà del gruppo di non fossilizzarsi su schemi già esplorati. Esattamente ciò che avviene anche in
“Amboss”. Insomma questo dualismo sonoro, sospeso tra voglia di innovazione e fusione con il passato, impregna un po’ tutta l’opera comportando un inevitabile sali e scendi qualitativo. Uno degli elementi caratterizzanti dell’album sono senz’altro le vocals ben variate e perfettamente inserite nel tessuto musicale e che ho particolarmente apprezzato a livello di screaming, mentre per gli sporadici growls ci sarà da lavorare. Ascoltando i 9 pezzi di
“III : Odor Mortis” ho avuto come l’impressione che quest’album possa essere considerato come un vero e proprio debut visto che da qui in poi, dopo aver sperimentato parecchio, i ragazzi dovranno scegliere cosa voler fare da grandi … Il potenziale c’è, vediamo se sarà completamente sfruttato.
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