Se pensate che la Svizzera sia un paese tranquillo, dove tutto procede secondo canoni ben stabiliti e dove nessuno si sognerebbe mai di mettere uno spillo fuori posto, beh, vuol dire che non conoscete i
Chotzä.
Il gruppo di Berna, nato nel 2011, infatti, è composto da un manipolo di pazzoidi che si esibisce, in quello che è il loro terzo album, in un black'n'roll indiavolato, dallo sfrontato spirito punk che non guarda in faccia a niente e nessuno e che è caratterizzato, tra l'altro, da una specie di mix tra il non prendersi troppo sul serio e l'essere molto seri al tempo stesso.
Non so se ho reso bene l'idea, ma
"Tüüfuswärk", interamente cantato in Bärndütsch, un dialetto svizzero/tedesco, è un album da ascoltare tutto di un fiato, concepito per dimenarsi sotto il palco, alcolico al punto giusto, divertente, ma anche nero e glaciale come dovrebbe essere sempre il black metal e, inoltre, suonato con buona padronanza degli strumenti e con aperture "melodiche" tutt'altro che disprezzabili.
Certo, quello che prevale è l'attitudine fottutamente rock della band, quella fatta di sudore e Jack Daniel's, ma anche gli amanti della Norvegia dei primi anni '90 non saranno delusi da un lavoro senza fronzoli, pazzo al punto giusto, irriverente, aspro e chiaramente "sentito" da chi lo ha composto e suonato.
I
Chotzä potranno piacere oppure no, ma di certo sono veri.
Questo dovrebbe bastarvi.
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