L’ultima volta che mi è capitato di ascoltare un album con un titolo “numerico” era il discusso
“34.788% ... Complete” dei
My Dying Bride, dunque mi sono avviato all’ascolto di questo
“-273.15°C” con molta diffidenza e timore … E’ bastato però il riff iniziale dell’opener
“Trauerweide” per spazzare via ogni dubbio e capire che ci saremmo trovati di fronte a qualcosa di raggelante e pauroso, e infatti quando parte il primo screaming abbiamo subito la certezza che la follia suicida si è impadronita della cantante
S Caedes e che
“-273.15°C” sarà tutt’altro che una passeggiata di salute … Gli oltre sette minuti dell’opener sembrano fermare il tempo e gelare inesorabilmente il sangue in un improvviso assideramento che accompagna immediatamente il nostro corpo in una lenta e inesorabile ipotermia musicale che troverà il suo punto culminante nella title track finale. Non pensate di trovarvi di fronte ad una qualsiasi band black metal, perché il quartetto “internazionale” , con membri da Germania, Austria e Belgio, sa fondere la fredda brutalità della nera arte con la totale mancanza di luce del più spietato suicidal black metal, per sferzarci con uno degli album più sofferti e micidiali che mi sia capitato di ascoltare da molto tempo a questa parte. Un merito particolare va assegnato a
S Caedes che con la sua interpretazione, sofferta e disperata a base di urla lancinanti riesce veramente a penetrare il nostro animo e a portarlo in un turbinio di negatività e autolesionismo impensabile. Così è anche in
“A Hole In My Heart” che, succedendo alla malata opener, grazie ad un attacco diretto e veloce sembra essere addirittura più “rilassata” e ariosa rispetto a
“Trauerweide” e invece “per colpa” di un lunga parte più lenta e “riflessiva” ci fa annegare letteralmente in un buco apertosi nel ghiaccio che ci trasforma in un tutt’uno con la sofferenza. Un lungo e lento soffocamento dal quale veniamo “salvati” grazie ad una improvvisa accelerazione che sembra essere una salvifica boccata d’aria e che invece contribuisce a tramortirci definitivamente. Si continua su questi standard con la più convenzionale
“Moment Of Violence” , un titolo che da solo è già tutto un programma e che viene, ancora una volta, trasformato in solida realtà musicale dall’interpretazione extracorporale di
S Caedes … si va così verso la parte più articolata dell’album con la doppietta
“Mirrors” e
“Nullpunkt” che sono due brani ben costruiti su continui cambi di atmosfera e di humor che, ovviamente passano dalla disperazione, alla rassegnazione impregnati di pura follia …
“-273.15°C” è un album che nella sua malata essenza vi trascinerà inesorabilmente nell’oblio, lontano dalle umane sensazioni, dritti in faccia alla morte, profilandosi in 6 differenti immagini musicali che avranno come trade union l’impossibilità di uscirne vivi … Non avvicinatevi a quest’album per il piacere dell’ascolto, perché solo degli inguaribili masochisti potranno trovare “piacere” e godimento dalla sofferenza pura che tracima da ogni singolo istante di quest’album … Crudeltà e sofferenza come stile di (non) vita.
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