Storia piuttosto travagliata quella dei canadesi
Ahna. La band di Vancouver pur avendo iniziato a muovere i primi passi nel 2008, ad oggi, è riuscita a pubblicare soltanto due lavori sulla lunga distanza di cui il primo omonimo è risalente addirittura al 2010. Nel periodo intercorso fra il 2010 e l’uscita del presente
“Crimson dawn”, gli
Ahna hanno pubblicato un buon numero di split EP con altre realtà affini, ma sempre rimanendo confinati allo stretto ambito underground, e allargato la propria formazione a quattro elementi con l’ingresso in pianta stabile di un secondo chitarrista e di un bassista.
“Crimson dawn” è un album dalla forte impronta blackened death metal in cui però la band non disdegna aperture agli altri sottogeneri estremi del metal, dal thrash allo speed, cercando di tenere unito il tutto nel nome della furia.
Il disco purtroppo scorre via senza entrare davvero sottopelle, la scelta di variare il cantato (si passa dal falsetto/screaming tipico dello speed metal al growl comprensibile del death) risulta piuttosto ostica da digerire e i sette brani ivi contenuti, pur non mostrando difetti peculiari di sorta, ricalcano soluzioni già sentite più e più volte da altri gruppi simili. Con tutti i paradossi del caso, la produzione è fin troppo precisa per
“Crimson dawn”, probabilmente fosse stata più slabbrata e sporca avrebbe costituito un valore aggiunto piuttosto che una penalità.
Personalmente penso che dalla
Caligari Records quest’anno siano usciti prodotti più interessanti.
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