Dal sottobosco underground statunitense (
Blood Incantation,
Spectral Voice, ect.), precisamente da Denver, arrivano i
newcomers Black Curse con il loro debutto, “
Endless Wound” che, nelle intenzioni della band, vorrebbe essere una sintesi marcia e brutale di death, black e doom metal.
Il risultato finale è un sound ipercinetico e iperviolento che strizza l’occhio forse a troppe cose, al cosiddetto war metal, al raw black metal, agli
Incantation, agli
Aevangelist, persino a certe aperture spaziali/psichedeliche degli
Oranssi Pazuzu.
Il cantato è prevalentemente in screaming, acido al punto giusto, anche se non mancano parti di growling sepolcrale, mentre la componente musicale è fondata su un costante assalto frutto di un drumming tempestoso, di un riffing appuntito che in alcuni frangenti strizza l’occhio anche al thrash metal, di assoli allucinati e velocissimi, e qualche catartico rallentamento caro, come già detto, agli Incantation.
L’ascolto di canzoni come “
Crowned In (Floral) Vice” o “
Enraptured By Decay” vi darà l’esatta misura di quanto sto dicendo, facendovi assaggiare, o sarebbe meglio dire vivere, un sound primordiale, barbarico, rozzo come una lima bastarda, coronato da una corona di spine fatta di blasfemia, occultismo e satanismo acido.
Nulla di nuovo sotto il sole ma la sinfonia dell’orrore messa in scena dai
Black Curse è ben fatta e ben suonata e merita sicuramente il vostro/nostro supporto.
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