Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:40 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. ÆÐRI VERUR
  2. ORSÖK
  3. NÁSTIRNI
  4. ATHÖFN
  5. HVÍSL HINNA HOLDLAUSU
  6. TURNAR Í FJARSKA

Line up

  • Egill: bass
  • Sveinbjörn: drums
  • Kristmundur: guitars
  • Eysteinn: guitars
  • Snæbjörn: vocals

Voto medio utenti

Un paio di mesi fa abbondanti avevo pre-ordinato il debut album degli islandesi Nyrst, fidandomi un po’ della provenienza (la nuova “terra promessa” del black) e basandomi un po’ sull’ascolto della sola title track … Ora che finalmente mi trovo l’intero “Orsök” tra le mani, sono veramente contento di aver agito d’istinto e senza riflettere tanto, anche se gli ingredienti per una delusione potevano esserci tutti visto che il gruppo è costituito interamente da esordienti nella scena estrema e che pur essendo seriamente attivi dal 2016 avevano alle spalle soltanto un “Demo” targato 2016 . Alla luce di tutto ciò “Orsök” risplende ancor più di luce propria, perché se è vero che l’inesperienza può farsi largo in alcuni momenti , come nella lunghissima “Hvísl Hinna Holdlausu”, è altrettanto vero che la maggior parte dell’album si articola tra melodie gelide, care a tutta la scena scandinava, dissonanze e tetre atmosfere che sapientemente alternate, sanno creare un sound ricco di spunti e di momenti esaltanti da cui è piacevole farsi sferzare e lasciarsi ammaliare al tempo stesso, a tal proposito l’opener “Æðri Verur” o la tagliente “Nástirni” sono dei buonissimi esempi. E’ interessante notare come, al netto di “Athöfn” che è un intermezzo abbastanza inutile, le altre songs siano tutte molto lunghe e articolate, questo a testimonianza del fatto che la band ha veramente tante (ottime) idee e che non ha certamente paura di osare. Difficile dire quale sia il miglior pezzo dell’album perché un po’ tutti si assestano su livelli molto alti, grazie anche ad un’ottima produzione capace di bilanciare le esigenze atmosferiche, atte a creare quella coltre di gelo che non può e non deve mai mancare in un album black, con quelle prettamente strumentali che esaltano ciascun strumento come meglio non si può. In tutto questo turbinio di aspetti positivi va senz’altro aggiunta l’ottima prova vocale di Snæbjörn capace di cambiare registro passando dallo screaming al cantato declamatorio, ogni qual volta ce ne sia bisogno per sottolineare ed enfatizzare ancor di più i passaggi musicali . In tutto ciò, quello che stona maggiormente è la copertina dell’album, un po’ banale e sempliciotta che denota una certa mancanza di “malizia commerciale” ancor più evidente se la paragoniamo a quella di illustri compagni d’etichetta più navigati … “Orsök” è un album che nelle sua “semplice complessità” soddisferà in pieno tutti gli amanti delle sonorità estreme manifestandosi e rivelandosi nella sua nordica e desolata bellezza ogni qual volta gliene darete una possibilità …

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