I
Kurnugia, combo di musicisti già molto attivi nell’underground estremo americano, esistono dal 2012 e dopo due Ep solo oggi arrivano al debutto sulla lunga distanza con il presente “
Forlorn And Forsaken” che, come primo pregio, si giova di una copertina veramente molto bella, in pieno old style.
Tralasciando l’aspetto visuale e venendo alla sostanza musicale della band di Cleveland (Ohio), sin dalle prime note dell’iniziale “
To The Cursed Depths” si capisce che siamo di fronte a dei veri adoratori di acts come
Immolation e
Incantation anche se, è chiaro altrettanto da subito, che non siamo a quei livelli, men che meno al livello dei capolavori dei primi anni ’90.
Se dovessimo giudicare i
Kurnugia sulla base dell’originalità dovremmo subito stroncarli e consigliarvi di non comprare questo disco, ma il death metal è fatto di migliaia di bands minori e oscure che si agitano nel sottobosco, le quali, come fascine, a prima vista insignificanti, tengono vivo il sacro fuoco del genere, in attesa del ceppo (il capolavoro) che farà divampare l’incendio.
La metafora pirica mi serve per dire che in fondo il disco è ben suonato e ben prodotto, si vede che è fatto da gente che ci sta dentro, con pezzi come “
All Consuming Grief” e “
Shroud Of Damnation” veramente buoni, con quest’ultima che regala un assolo veramente ficcante e allucinato.
Tecnicamente la band è molto valida, basti ascoltare “
Decaying Serenades”, nella quale il batterista è veramente schizofrenico nel mutare continuamente personalità durante il corso della canzone.
Un pregio dei
Kurnugia è che non declinano il loro death metal di inizi anni ’90 in versione brutal, e quindi ci sono rallentamenti, parti cadenzate, altre atmosferiche, senza la voglia e la necessità di spingere troppo sul pedale dell’acceleratore.
Questa caratteristica regala alla musica un che di sulfureo, di sinistro, che si sublima nella conclusiva “
When The Moment Of Death Arrives”, canzone dal titolo impegnativo, con un non so che di metafisico, e che nella sua sostanza musicale mostra un mood doomish frutto non solo dei rallentamenti di marca
Incantation, ma anche un riffing oscuro e sinistro.
I
Kurnugia, anche grazie ad un singer ispirato,
Paul Gorefiend degli
Embalmer, ci regalano una mezzoretta di buon death metal che, parola loro, renderà orgogliose le band citate come loro influenza.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?