Tre soli brani per la distruzione completa.
Questo è
"Anti-Shechinah", terzo EP per gli israeliani
Har, i quali non riusciranno ancora a produrre un primo album di lunga durata, ma sono maledettamente bravi a mettere sul pentagramma una sorta di armageddon sonoro fatto di una miscela di death metal dall'impatto debordante e di vaghe reminiscenze di black che conferiscono al lavoro un colore ancora più scuro di quanto già non lo fosse in partenza.
"Anti-Shechinah" è, dunque, un prodotto assolutamente privo di compromessi e lontano sia dal mainstream che dalle moderne derive del death metal: qui dentro, infatti, c'è tanta "vecchia" scuola, c'è violenza, capacità di colpirti in faccia con pochi ma efficacissimi ingredienti e, soprattutto, c'è un alone di malignità che solo, a mio avviso, i migliori esponenti della scena death polacca posseggono e che i Nostri sono abilissimi ad iniettare all'interno dei tre brani che ti soffocano dall'inizio alla fine tra dissonanze, riffing alla Morbid Angel dei bei tempi, batteria terremotante e voce vomitata fuori dall'inferno.
Questo è quello che dovrebbe essere sempre il death metal, o, per lo meno, questo è il death che piace a me, motivo per il quale, quindi, vi consiglio di ascoltare gli
Har ed il loro verbo di morte senza nessuna remora di restare delusi.
Satana è anche qui.
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