"
Essentia", è l'esordio discografico per i
Victoria K, che scopriamo essere un più che riuscito blend di Symphonic Metal e Dark Gothic, in grado di non ricalcare in maniera troppo sfacciata i più quotati gruppi del genere, quelli che possono comunque essere presi come punti di riferimento, tra Within Temptation, Delain, Lacuna Coil o Evanescence.
E nel farlo non solo sfrutta le potenzialità della cantante
Victoria Kokkino e dei musicisti che la accompagnano sul disco, su tutti l'esperto chitarrista jazz fusion
Brett Garsed (ha collaborato con Derek Sherinian nei Planet X), ma anche un songwriting efficace e una resa sonora che cercano di uscire dai soliti binari e così riescono a far affiorare l'album tra le tante uscite che affollano il settore.
"
Freedom Uncharted" si presenta dapprima energica e vibrante per poi svolgersi in modi più melodici e inquietanti con l'ammaliante voce di
Victoria contrastata da quella in growling di
Sheri Vengeance, cantante dei Black Like Vengeance. Già dall'opener è evidente come, pur chiaramente al centro del progetto,
Victoria non ecceda nel protagonismo, ma cerchi di restare sempre funzionale ai brani, come a loro volta questi lo sono rispetto all'album nel suo complesso, mantenendo la forma "canzone" ed evitando inutili diluizioni. Infatti, solo due episodi superano i quattro minuti di durata, e curiosamente sono proprio quelli che aprono, la già citata "
Freedom Uncharted", e chiudono la tracklist, nel caso "
Lacuna", qui in una nuova registrazione rispetto al versione del singolo uscito circa un anno fa.
Nel mezzo altri otto brani dove si alternano momenti potenti con altri quasi fragili e melodici, con larghi squarci orchestrali e che scorrono via senza annoiare o voler stupire ad ogni costi. Poi ne troviamo un altro paio dove si ripresenta la combinazione vincente con
Sheri Vengeance, mentre sulla più delicata e orchestrale "
Shroud of Solitude" scopriamo l'altra guest,
Michalina Malisz (dagli Eluveitie) alla ghironda, e non manca nemmeno un brano urgente ed immediato come "
Freaks" cui si contrappongono i passaggi più articolati di "
Mist Filled Sky". E non possiamo far loro una colpa se qua e là ci scappa comunque qualche rimando un po' più evidente, come le atmosfere alla Evanescence di "
Surreal" o quelle più vicino ai Kamelot di "
Matrix".
Infine, fa piacere scoprire che i
Victoria K, che inizialmente dovevano essere solo un progetto solista della talentuosa e giovanissima interprete australiana, si siano trasformati in una vera e propria band, con una line-up nuova di zecca, che ci si augura possa essere in grado di supportare - quando sarà possibile ovviamente - dal vivo questo disco, ma anche di dargli un degno successore.
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