Sono ormai passati 27 anni da quel bellissimo disco che è “
Internal Caustic Torment” e dopo il quale gli
Wombbath si sono sciolti. Complice anche un tremendo ep pubblicato nel 1994 per Napalm, nel quale la band svedese cercava di scimmiottare lo stile del fallimentare “
Wolverine Blues” degli
Entombed, dell’anno prima.
Come è successo per altri gruppi, dopo vent’anni dall’uscita del debutto “si fa l’edizione speciale per i 20 anni”, cosa che è successa, e una cosa tira l'altra, finché nel 2015 si convincono che è ora di tornare in attività, “come ai vecchi tempi” e pubblicano un gran bell'inaspettato disco come “
Downfall Rising”. Recensioni positive, feedback positivi ai live e in meno di 3 anni pubblicano altra musica, un altro grandioso disco: “
The Great Isolation”, piena riconferma che gli
Wombbath non si fermano nemmeno con le cannonate.
Siamo giunti al 2020 e la band di Sala porta ai fan un altro gran bel disco, il terzo disco del ritorno e il quarto della discografia.
Sarò sincero, come sempre: la prima cosa che mi è saltata all’occhio è stata il nome del produttore:
Tomas Skogsberg, che ha curato alcuni dei maggiori e dei minori capolavori del death metal svedese (e anche qualcosa di finlandese). Di sicuro "
Choirs Of The Fallen" non poteva essere un brutto disco.
Gli
Wombbath, come ho già detto, ormai da 5 anni ci hanno ri-abituati ad un death metal svedese old school di classe, che sa tirare delle mazzate micidiali a 345678 bpm, che sa creare delle inquietanti atmosfere rallentate e che sa anche alienarci con delle melodie struggenti e malinconiche.
Tra le migliori e più varie canzoni, ci sono stupende perle come “
From the Beggars Hand”, “
Wings Of Horror” e la finale “In a
Cloak of Anger”.
Håkan Stuvemark è sempre pronto a sorprenderci da dietro l’angolo con uno stupendo assolo ricco di pathos, coerenza e creatività. Perchè sì, il death metal è anche e soprattutto creatività, sapersi distinguere e saper creare una propria identità nello sterminato (e saturo) panorama attuale. Gli
Wombbath ci riescono, riescono a rendersi unici suonando old skull, ma restando sempre attuali.
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