A pochi mesi di distanza dall’
esordio omonimo, i
Pattern-Seeking Animals ci regalano il nuovo
“Prehensile Tales”, e i dubbi espressi l’anno scorso tornano prepotentemente a farsi strada.
Non fraintendetemi, la band guidata da
John Boegehold sa scrivere buone (a volte ottime) canzoni, ma continuo a non trovare un vero valore aggiunto in un progetto che, quando non rimanda agli stessi
Spock’s Beard, rievoca i mostri sacri del progressive rock degli anni d’oro.
È questo il caso dell’introduttiva
“Raining Hard In Heaven”, che strizza l’occhio al pop ma profuma di Yes e di Genesis, o delle successive
“Here In My Autumn” ed
“Elegant Vampires”. La prima suona come una versione prog di David Bowie, mentre la seconda - complice il violino in evidenza - non può non ricordare i Kansas che furono.
La chicca dell’album si intitola
“Why Don’t We Run”, riuscito brano a cavallo tra sonorità esotiche e spaghetti western, prima delle lunghe e “progressivissime”
“Lifeboat” (con le belle incursioni di sax alla Van Der Graaf Generator) e
“Soon But Not Today” (fin troppo eterogenea del suo spaziare dal reggae ai Beatles).
Nonostante io continui a non immaginarmi i
Pattern-Seeking Animals nel lungo periodo, è quantomeno doveroso riconoscergli professionalità, costanza e determinazione.
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