Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:40 min.
Etichetta:Heavy Horses
Distribuzione:Sx Distribution

Tracklist

  1. BLACKEND DOMAINS
  2. SELF-FULFILLING PROPHECY
  3. THE TRUTH YOU DREAD
  4. AUTUMN’S FALL
  5. WHILE HEAVEN CRIED
  6. GRUB FOR THE GULLS
  7. BURIED IN LIFE
  8. SILENCE BLOODY SILENCE
  9. BITTERNESS

Line up

  • Frank Urschler: guitars, vocals
  • Alex Hinterberger: guitars
  • Sebastian Jehle: bass
  • Andreas Kiechle: drums

Voto medio utenti

Il death metal melodico e oscuro della Germania vive ancora sotto il nome ‘Bitterness’, emblema di rabbia, angoscia, e inquietudine. Il nuovo lavoro si intitola ‘Autumn’s Fall’ ed è costituito da 40 minuti di pura follia; musica veloce e d’impatto che fin dai primi secondi dell’opener ‘Blackend Domains’ suona energica e diretta.
La proposta musicale è influenzata dal death progressivo e articolato di gruppi di scuola americana come i Death, ma le melodie richiamano il thrash di bands come i Kreator. Brani come ‘Self-fulfilling prophecy’ e ‘Autumn’s fall’ nascono da un riffing crudo e glaciale, ma il batterista Andreas Kiechle è sempre in grado di fornire un apporto esemplare impreziosendo ogni secondo con precisione e stile. Frank Urschler presta la sua voce a testi molto malinconici con rabbia e potenza, interpretando ogni frase con calore e sentimento. Ma in pezzi come ‘Grub for the gulls’ e ‘Silence bloody silence’, la band raggiunge il livello compositivo e interpretativo più alto, con sonorità dure come un muro d’acciaio e la violenza spietata di una macchina da guerra.
Il bassista Sebastian Jehle dimostra un’alta attitudine alla sperimentazione e una grande creatività, e gli arrangiamenti armonici curatissimi e le esecuzioni perfette sono la prova che l’intera band ha una padronanza tecnica elevata.
L’impressione che si ha al termine dell’ascolto di ‘Autumn’s fall’ è che tutto abbia un sapore familiare, e chiunque abbia masticato tanto death metal potrà senz’altro dire che i Bitterness ci ricordano tanto gli At the gates, forse anche troppo. Ma se da un lato la proposta musicale è poco originale, dall’altro bisogna riconoscere che la band suona buona musica con maturità, cuore, e carisma; qualità che trasformano ogni semplice esecutore in vero musicista.
Recensione a cura di Matteo 'Kobal' Figus

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