Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:50 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. OVERTURE OF MADNESS
  2. PHANTASIA
  3. LOST
  4. DANCE WITH FIRE
  5. ECHOES
  6. WHERE FALCONS FLY
  7. NIGHTMARES
  8. BOOK OF SHADOWS
  9. THE MIRROR
  10. RUIN
  11. LA LLORONA

Line up

  • Oscar Rangel: guitars, vocals
  • Wojtek Sokolowski: bass, vocals
  • Robin Howe: cello
  • JJ Tartaglia: drums
  • David Michael Moote: vocals
  • Dean Arnold: guitars

Voto medio utenti

I canadesi Operus non sanno dove stia di casa la misura.

Sì, la misura, il limite dettato dal buon senso o dall'esperienza, che ti impedisce di esagerare, nel bene e nel male. E vi dico questo perché il qui presente "Score of Nightmares", secondo capitolo discografico della band, è un roboante calderone di metallo, sinfonia, schitarrate, voci, cori, svisate a trecento all'ora, sfuriate di doppia cassa, TUTTO CONTEMPORANEAMENTE e per (quasi) tutte le tracce del cd, tanto che, ogni tanto, mi tocca premere il tastino 'pausa' e lasciar rifiatare le orecchie!

Attenzione, però, ché le mie parole potrebbero essere fraintese: la band suona bene, è ben prodotta, ci presenta un symphonic metal molto poweroso e molto lirico, con la voce di David Michael Mootev a districarsi tra registri di baritono e occasionali puntate nel tenore o nel falsetto (sinceramente, non mi fa impazzire), mentre, dietro di lui, la band macina a tutta potenza, arrangiando archi, chitarre, doppia cassa e tutto il resto senza (quasi) mai staccare il piede dall'acceleratore.

Sin da "Phantasia", giù giù per le potentissime "Lost", "Where Falcons Fly", "Book of Shadows" e chi più ne ha più ne metta, con giusto un paio di episodi sui due minuti per farti respirare un attimo.... arrivare in fondo è stata impresa ardua.

E' un pò il difetto che, a suo tempo, attribuimmo agli albums di Luca Turilli, ma in cui molte bands del symphonic metal incappano: quel farsi prendere la mano, riempiendo ogni song di (inutili?) strati e sovrastrati, orchestrazioni e sbrodolate di solos e sweep da tutte le parti, che se da una parte sorprendono l'ascoltatore meno smaliziato, dall'altra appesantiscono o, per meglio dire, 'coprono' la proposta sonora, mascherando il pezzo e, a volte, celando la pochezza dello sforzo creativo sulla forma-canzone.

Insomma, "Score of Nightmares" potrebbe piacervi se cercate una svagonata di metal e riferimenti operistici, altrimenti rischia di essere uno sterile esercizio di stile a 300 all'ora.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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