Non si era ancora del tutto affievolito l’entusiasmo per il buon Joe Lynn Turner e la sua collaborazione con il polistrumentista nipponico Akira Kajiyama, ed ecco che l’ex Rainbow ritorna ad affacciarsi sul mercato discografico con un progetto nuovo di zecca denominato Sunstorm.
Sono due fondamentalmente le riconosciute passioni professionali di Mr. Turner: l’hard rock classico di matrice ‘70s e la sua versione più melodica, intimista e “commerciale”, e se in quel “Fire without flame” il suono era maggiormente orientato verso la prima specialità, questo “Sunstorm” sembra un po’ il suo complemento, privilegiando quella particolare tipologia d’approccio “adulto” che non dimentica d’inoculare all’occorrenza robuste dosi d’energia in un tessuto connettivo sofisticato e passionale.
Se non ricordo male esiste una vecchia equazione matematica che dice: “invertendo l'ordine dei fattori il risultato non cambia” e tale formula è sicuramente applicabile anche all’effetto che questo lavoro sviluppa sui miei sensi: proprio come quel dischetto su AOR Heaven, anche l’ultima scommessa di casa Frontiers si presenta volitiva, vitale, ispirata ed avvincente, con la conduzione di un Joe Lynn semplicemente in forma “olimpica”, capace di far vibrare le sue corde vocali come se il tempo non fosse trascorso e la sua ugola duellasse ancora strenuamente con la chitarra di Mr. Blackmore o con quella di Herr Malmsteen, tanto per citare due delle esperienze più fruttuose della sua lunga carriera.
In questo caso il suo “antagonista” è un meno carismatico Uwe Reitenauer, il quale insieme agli altri musicisti del combo, dimostra preparazione tecnica e buon feeling, anche se è innegabile che per loro si possa parlare di un ruolo, per quanto ottimamente recitato, di semplici comprimari.
I veri protagonisti dell’opera sono Turner, la sua voce e anche la sua penna, supportata in questo caso da quella altrettanto illuminata di Jim Peterik, e poco importa se i brani non sono stati realizzati appositamente per questo scopo e sono in realtà il frutto di una sorta di recupero “storico” di canzoni composte in passato e rispolverate per l’occasione, poiché come afferma lo stesso vocalist americano “ … A great song is a great song, no matter when it’s released …” e ascoltando questo “Sunstorm” non si può che dargli ragione.
La produzione di Dennis Ward (il quale interviene anche a livello strumentale) è come sempre d’altissimo livello e contribuisce a trasportare le atmosfere tipicamente eighties del disco direttamente ai giorni nostri, grazie ad una resa nitida, potente, piena e al tempo stesso “saggia” e molto “giusta” per l’aitante AOR in esso contenuto, evitando di cadere in forme “d’invadenza” sonora che avrebbero potuto snaturarne le peculiarità.
Si parte con due splendidi numeri da autentico “Paradiso radiofonico”: ”Keep tonight” e ”Fame and fortune” possiedono “presa rapida” (con quella gustosa irrorazione di tastiere), vigoria e tensione emotiva, insomma, tutte le qualità richieste per accedere a tal empireo, e cosa dire del lirismo sentimentale di ”Heart over mind”? Le sue atmosfere che fanno riemergere tanti ricordi con un quel pizzico di malinconia in cui talvolta è così piacevole crogiolarsi, rappresentano un autentico “nettare” per l’anima.
”This is my heart” combina ad arte la forza del rock duro e la spigliatezza dell’AOR, ”Strength over time” è un brano melodicamente superiore che non potrà che scatenare picchi di gioia in tutti gli chic rockers sparsi nel globo terracqueo, che troveranno motivi per prolungare il loro godimento anche nella deliziosa ballata ”Another you”, nella quale non è difficile riconoscere lo “zampino” del mitico Peterik, offrire a Joe un formidabile terreno dove esternare tutte le sfumature emozionali di cui è dotata la sua laringe.
”Fist full of heat” è un ulteriore FM “tractor” d’incredibile pregio, marchiato da un irresistibile refrain “da concerto”, ”Love´s gone wrong” è un potente hard-blues-funk in abito da sera e in ”Night moves” la stessa energia assume contorni più drammatici, impartendo un'altra lezione sul tema “come s’interpreta il rock di classe”.
C’è ancora di che esaltarsi grazie alla spettacolare ”Danger of love”, morbida, trascinante e generosa, e per l’immensa sensibilità romantica trasmessa da ”Making up for lost time” e dalla struggente ”Arms of love”, due canzoni che condividono origine e destinazione: il cuore.
“Sunstorm” è, dunque, una rigogliosa cascata d’emozioni, distribuite con un’abilità che molti altri si possono solo sognare e anche se probabilmente mi sto ripetendo, è sempre più evidente che l’età della “pensione” per il grande Joe sia ancora molto lontana dacché la sua esuberanza non accenna ad affievolirsi … i nostri timpani sentitamente ringraziano.
Keep on rockin’ Joe!!!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?