Nella vasta comunità contemporanea dei
retro-rockers, perché mai dover prestare attenzione ai
Lord Fowl, un quartetto americano apparentemente non dissimile dai tanti propugnatori dei suoni della tradizione?
Beh, non è facile fornire una motivazione “oggettiva” in tal senso, ma posso tentare di indurvi a un contatto con “
Glorious babylon” definendo la proposta dei nostri una sorta di marea sonica dai gorgoglii iridescenti, in cui convivono
hard-rock,
stoner,
soul,
blues e psichedelia, frullati in un vortice ora adescante, ora ipnotico, dai contorni sempre piuttosto intensi e viscerali.
A chi non amasse le “metafore” e cercasse qualche indicazione vagamente più concreta, diciamo che Thin Lizzy, James Gang, Mountain e Cactus rappresentano i maestri di un gruppo che per intenzioni e “affinità elettive” si accoda a Rival Sons, Crobot, Greenleaf e Fu Manchu nella revisione “critica” delle radici del
rock n’ roll.
Senza prosopopea, con un certo vigore e genuina fierezza, il programma dell’albo sciorina trentasette minuti di musica abbastanza godibile (contenuta in un fascinoso
artwork, tra l’altro …), avvolgente nelle palpitanti pulsazioni di “
Fire discipline”, ammaliante nelle melodie “sudiste” della
title-track e nel fervido incedere di “
Get lost”.
La straniante “
Deep empty” prepara l’astante al magnetismo sensoriale di “
The wraith”, personale
best in class del sottoscritto, e se con “
In search of” il clima diventa più inquieto e fremente, a “
The gramercy riffs” è affidato il compito di esplicitare apertamente la devozione per l’arte inestinguibile di
Phil Lynott, pur conservando una giusta dose di temperamento.
Dopo una nervosa “
Red cloud”, non pienamente “a fuoco”, a completare l’opera arrivano l’intrigante “
Epitaph” (una specie di fusione tra Masters Of Reality, Kiss e Wishbone Ash ...) e la liquida ballata “
Space jockey”, che conduce l’immaginazione a sorvolare su montagne e abissi, ponendo fine a un itinerario sonoro istigatore di un discreto numero di “buone vibrazioni”.
Per raggiungere i campioni del settore manca sicuramente ancora qualcosa in termini di “scaltrezza” e tensione espressiva, e ciononostante ritengo la passione e l’istintività dei
Lord Fowl elementi in grado di distinguerli da chi ha imparato “a memoria” la lezione e si limita a declamarla in maniera diligente e pedissequa … dategli un ascolto, credo ne valga la pena.
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