Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:48 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. TIME AT HAND
  2. SATURDAY NIGHT'S ALLRIGHT FOR ROCKIN'
  3. FEATHER OF TRUTH
  4. THE ATTENTION TRAP
  5. PHANTOM ARMY
  6. THE GODZ OF THE SEVEN RAYS
  7. THE CULLING
  8. MEGALOMANIAC
  9. AMBUSH
  10. THIN BLUE LINE
  11. UNHOLY PRESENCE
  12. NOTION

Line up

  • V.O. Pulver: guitars
  • André Grieder: vocals
  • Chasper Wanner: guitars
  • Ralf W. Garcia: bass
  • Reto Crola: drums

Voto medio utenti

Per suonare thrash metal occorrono pochi e semplici elementi; una naturale propensione ribelle, buona tecnica esecutiva, amare un suono ruvido, veloce e graffiante e all’occasione saper dosare bene la melodia all’impatto.
Questi svizzeri conoscono molto bene i meccanismi del genere perché essendo nati nel 1985 erano presenti durante l’esplosione negli anni 80; il gruppo dopo ben quattro album e a distanza di quattro anni dall’ultimo album, pensate un po', debuttano con questo ritorno discografico per la Massacre.
E non è tutto, in questo come back discografico fa il suo ingresso anche il nuovo batterista Reto Crola.
Le danze vengono aperte da “Time at hand”, brano veloce come un proiettile con un saporino Bay Area; chitarre serrate, tempi diretti del motore ritmico e cori.
La song è un classico brano thrash metal senza fronzoli; il singer André Grieder usa un timbro velenoso, non troppo alto ed aggressivo ma modula bene il tono; le chitarre nei solos fanno sentire di che pasta siano fatte.
Saturday night’s alright for rockin’ “, è il primo singolo scelto dal gruppo ed ha un’urgenza punk con le chitarre in armonizzazione e il basso pulsante.
Questo brano è veloce, rapido, dai riffing affilati come rasoi, ma non si scorda la melodia; il break centrale in up tempo con il solo gustoso e ben eseguito.
Phantom army”, è un bel mid tempo roccioso con il singer che prende spunto per le sue vocals dal mitico Bobby “Blitz” Ellsworth dei mitici Overkill per il tono nasale e velenoso.
Subito però il tutto prende una piega dinamica nel chorus aumentando la velocità con i cori a sostegno del singer.
Con “The godz of the seven rays”, sembra di entrare nel novero del genere power/ thrash per le melodie scure e pregne di Us. Metal e la drammaticità del chorus.
Nell’insieme un bel brano intenso con un gran bel solo melodico e un feeling drammatico.
Con “Ambush” si torna a pestare sull’acceleratore con una song serrata, martellante e senza dubbio con un feeling testamentiano.
L’uso dei riffing mi convince di ciò, soprattutto dai cambi di tempo con i cori da gang anche se le aperture melodiche sono presenti; i solos sono ben eseguiti dalle due asce.
Un album che non entrerà mai nella classifica dei caposaldi del genere, ma che il suo lo sa fare e molto bene, bravi.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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