Non è il ritorno dei
Long Distance Calling che mi aspettavo. Se
“Boundless” aveva riequilibrato una proposta strumentale già di per sé non accessibilissima, il nuovo
“How Do We Want To Live?” denota un deciso passo indietro in termini di incisività ed efficacia.
Lo spettro di Alan Parsons e dei Pink Floyd aleggia costantemente per tutta la durata del full-length - aspetto non necessariamente negativo se non per la ripetitività delle soluzioni melodiche, ritmiche e armoniche (
“Curiosity Part 2”, “Sharing Thoughts”, “Ashes”) - e disorientano certe concessioni sparse qua e là per dare varietà a un lavoro piuttosto faticoso da affrontare:
“Curiosity (Part 1)” con i suoi synth rievoca Vangelis,
“Hazard” ha qualcosa dei Joy Division e di certe sonorità Anni Ottanta,
“Voices” strizza l’occhio ai Kraftwerk,
“Fail/Opportunity” sembra presa da un album di
Michael Cretu, e non basta la cantata e più lineare
“Beyond Your Limits” a mettere ordine in quella che, alle mie orecchie, suona come un’occasione mancata.
Non riesco a non concedere la sufficienza (un incidente di percorso in 15 anni di carriera si può perdonare), ma che peccato.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?