Rock multiforme, quello presentato dagli
Animalingo, band di stanza ad Eugene, Oregon. Un sound che accorpa influenze hard-blues settantiane, vibrazioni garage, attitudine psichedelica e jammistica ed un'ottima propensione per le melodie accattivanti. Uno stile sicuramente underground ed assai lontano dal mainstream, ma gustoso per gli amanti del rock con una patina vintage. Si può collocare la formazione americana nel contesto che comprende bands come Gorilla, Uncle Acid, Joy, Datura4, The Freeks, Simo, ecc, ma con una propria identità riconoscibile.
Il disco è variegato, sfaccettato, composto da brani ben definiti che veicolano mood ed atmosfere diverse e particolari. Ad esempio l'armonica che segna l'iniziale e placida "
Apple, apple" è da puro blues d'annata. Che mi ha ricordato i misconosciuti Pig Iron. Invece la breve "
The daily news" ha evidenti venature pop sixtiees, ma colorate dal tocco psych delle chitarre. Ed ancora, il caldo groove che caratterizza "
Take the high road" piacerebbe molto a gente come Nebula o Radio Moskow. Solo per rimanere al principio del lavoro. Un songwriting davvero curato, sia dal lato strumentale che da quello vocale. Un gruppo che ha lavorato bene per questo esordio.
Altri pezzi da segnalare sono la torrida "
Doublespeak", un hard-rock bluesy dalla fluidità avvolgente, la narcotica "
One and all the same" che con i suoi impalpabili echi progressivi ed orientaleggianti comincia ad alzare il gradiente psichedelico che ritroveremo nel finale dell'opera, nonchè la sua prosecuzione "
Two and still the same" che gioca invece la carta della morbidezza e di un retrogusto vagamente funky.
Altre due ottime tracce chiudono il lavoro, entrambe molto estese e dilatate. "
Bones" è una piccola gemma di neo-psycho-blues dal passo torbido e drogato, con ampio sfoggio di solismi acidi della coppia
Weston / Kamrat. Passato e presente si fondono in un brano molto "free" e digressivo, energico ma allo stesso tempo dannatamente trippy. Forse il top dell'album.
"
Shadows" ha invece la consistenza della nebbia, un tema nuvoloso ed ambientale lento, soffuso, notturno e romantico. Sembra un tema prog-rock dei primi anni '70, di quelli dolci e carezzevoli, ma che in certi passaggi si impenna con una certa maestosità evocativa. Non brillante come la traccia precedente, ma comunque segnale di coraggio nella sperimentazione sonora.
Ci sono un paio di canzoni meno intriganti, ma nel complesso è una prova che cattura l'interesse per il buon livello medio di qualità ed ispirazione. Gli
Animalingo non steccano all'esordio, anzi sembrano avere le carte in regola per ben figurare anche in futuro. Se vi piace il rock un pò démodé, questo è un nome da tenere d'occhio.
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