Domandina facile, facile, chi di voi non ha mai visto o sentito parlare del mostro di
Frankenstein?
Credo pochi, d’altra parte la creatura nata dalla penna di
Mary Wollstonecraft Shelley è famosa in tutto il mondo grazie alle pellicole cinematografiche.
Ma pochi sanno che la
Shelley, si è ispirata per le vicende narrate nel suo libro al racconto “
Conrad Dippel”; ora ad aprire un velo su questa fonte ci hanno pensato gli olandesi
Carach Angren con un concept album dedicato a questo racconto del terrore.
Si parte con l’intro “
Here in german woodland”, brano strumentale, con voci infantili e orchestrazioni, il tutto viene ampliato a livello emotivo da una voce narrante che ci conduce nel racconto.
“
Scourge the goul undead”, parte con orchestrazioni sinfoniche e il clima di terrore della vicenda è punteggiato da effetti sonori, quand’ecco che entra di prepotenza il blast beats seguito da un riffing di matrice black metal.
L’up tempo è serrato e la voce di
Seregor è istrionica perché passa dallo screaming al growl con semplicità e a dare un aspetto cinematico ci pensano le orchestrazioni; la melodia è presa a piene mani e il pathos di terrore è palpabile.
La titletrack, viene aperta di una base elettronica per poi ecco che rullate e un piano portano ad un mid tempo quadrato e pesante con chitarroni ribassati e un growl profondo.
Il climax è profondamente da paura, il chorus è fatto apposta per essere cantato; ottima prova del singer e chitarrista nel cambiare tonalità passando dal pulito, ad un growl profondo allo scream acido.
“
Sewn for solitude” è puro metal estremo sinfonico, questo si nota dall’apertura in blast beat con un violino a punteggiare la melodia ad opera dell’ospite
Nikos Mavridis.
Il brano è pomposo, sinfonico con i cori a dare ancora più enfasi e coinvolge con sapienza e cambi di tempo; grande prova vocale del nostro con una voce pulita profonda e drammatica rima di passare a tonalità aggressive.
“
Operation compass”, apre con una voce filtrata che pronuncia un messaggio per poi ecco che il doom sinfonico prende il sopravvento.
Chitarre minacciose, parti pesanti che vengono sconvolte da sfuriate in blast beats e l’istrionismo del leader della formazione olandese che tira le fila; il metal estremo declinato nell’orrore più puro è di buona fattura e le parentesi pulite danno pathos al tutto.
“
Monster” si apre con parti pesanti di batteria quasi a voler dare un compendio sonoro ai passi pesanti del mostro della vicenda ivi narrata; brano dissonante con la voce teatrale del nostro che profonda, bassa e che esplode in questo mid tempo pesante e quadrato condito da orchestrazioni da tregenda.
La conclusiva “
Like a conscious parasite i roam” apre con note di pianoforte e orchestrazioni sinfoniche per poi ecco entrare pesantissimo il passo metal a fare da base ritmica alle evoluzioni dell’orchestra.
Il cantato profondo del singer punteggia il contrasto con il dualismo in scream; le chitarre intessono riff ritmici e seguono il ritmo dell’orchestra, il pathos qui è alle stelle soprattutto nella parte finale lasciata al piano e orchestrazioni.
Un album che trasuda teatralità, senso cinematico per saper mischiare bene sonorità estreme a sinfonie orrorifiche; una perfetta colonna sonora da gustare durante una tempesta.
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