Dopo aver suonato per cinque anni con gli industrialoidi Gurd, il chitarrista Bruno Spring ( che bel nome, eheheheh... ) decide di metter su una nuova band, drasticamente lontana dai fasti di un tempo. Con altri membri di Gurd, Swamp Terrorists e Jerk, fonda i The Order, onesta band di heavy rock, la quale sforna un debut album decisamente piacevole, seppur non esente da difetti. La proposta musicale di questi quattro rockers è una miscela, a tratti astrusa ( che non è un difetto, assolutamente ), di hard rock, alternative rock e qualche frustata thrashy ( sentite l'incipit Megadethiano di " On The Radio " ) e US power. Quello che ne esce è un lotto di canzoni, nove in tutto per quaranta minuti complessivi, comunque cariche, sudate, sporche, grezze e dal tiro spesso micidiale. Vi troverete ben presto a pestare il piede e muovere la testolina e, mentre vi docciate, a canticchiare alcuni refrain veramente killer. La produzione del disco è perfetta, offrendo un sound corposo, denso, in pieno rock and roll style; tutti gli strumenti ne traggono il massimo beneficio, con chitarre pachidermiche nel riffing e snelle nei solos ( anche se domina un flavour seventies su quasi tutte le parti solistiche ), un drumming minimale ed un vocalist, Gianni Pontillo, che vomita la sua ugola arrossata sui nostri padiglioni auricolari. Niente di epocale, sia chiaro, ma questi The Order sono divertimento allo stato puro. Essenziali, rocciosi, pericolosamente danzerecci. Io un bel pensierino ce lo farei...
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